Cuore, testa e gambe. Il calore delle gesta di Elisa Longo Borghini, regina del ciclismo italiano, definisce i propri contorni nella pioggia battente di Zurigo. In un mondo delle due ruote ancora scosso dalla tragica scomparsa della 18enne Muriel Furrer – le indagini in corso proveranno a dar risposta alle tante domande inevase su sicurezza e tempestività dei soccorsi per l'elvetica, caduta giovedì nella prova juniores – la 32enne di Ornavasso sublima la propria annata con un bronzo pesante (il quinto a livello individuale tra Mondiali e Olimpiadi) in uno sprint denso d'emozioni dominato dal bis iridato della belga Lotte Kopecky e completato dal secondo posto della statunitense Chloe Dygert. «Il risultato non mi sta affatto stretto – l'orgoglio di Longo Borghini -. Ho giocato bene le mie carte, con l'allungo ai -5 speravo veramente di farcela, ma Vollering mi ha ripresa. Torno da questo Mondiale soddisfatta e consapevole di aver dato il massimo». A mordersi le mani la selezione dei Paesi Bassi che – con un arsenale di talento a disposizione – non va oltre il quinto posto proprio di Vollering nella prova elite, consolandosi con il titolo U23 per Puck Pieterse.
La speranza orange è che il bis di Kopecky sia di buon auspicio per Mathieu Van der Poel, l'olandese campione un anno fa a Glasgow e quest'oggi di diritto nel club dei grandi favoriti per la vittoria finale. «Ripetersi sarà difficile, ma non impossibile» spiega. Risultati recenti e percorso selettivo pongono il vincitore di Fiandre e Roubaix 2024 un gradino sotto i due uomini più chiacchierati, Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Lo sloveno – che avrà in Primoz Roglic un fido (?) scudiero – può chiudere un 2024 da urlo: solo Eddy Merckx e Stephen Roche hanno conquistato Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno. Lui, però, ha pure aggiunto un Monumento, la Liegi. «La maglia iridata è un grande obiettivo, sono pronto a tutto» la fame di Pogi.
Evenepoel a caccia del bis
Riprendersi il titolo (già conquistato a Wollongong 2022) sarebbe speciale anche per Remco Evenepoel. Dopo la doppietta d'oro di Parigi tra prova in linea e crono, a Zurigo il 24enne è già a metà dell'opera con il trionfo contro il tempo su Ganna e Affini di una settimana fa. Detenere titolo olimpico e mondiale delle due principali specialità del ciclismo su strada è un'impresa mai riuscita finora. «Tadej è il favorito – spiega il belga -, ma voglio essere con lui quando si deciderà la gara». Il percorso: 273,9 km da Winterthur a Zurigo, conditi da 4.300 metri di dislivello e un circuito da ripetere sette volte con due strappi - Zurichbergstrasse da 1,1 km all’8% di pendenza media con punte del 15% e Witikon da 2,3 km al 5,7% - che profumano di grande classica. Alle spalle di Paesi Bassi, Belgio e Slovenia non mancano le potenziali outsider: dalla Svizzera dei padroni di casa Hirschi e Kung alla Gran Bretagna di Williams e Adam Yates, dalla Danimarca di Pedersen ai rampanti Stati Uniti di Jorgenson.
È in questo gruppetto che la Nazionale azzurra aspira a rientrare. Il ct Daniele Bennati avrà in Diego Ulissi il proprio riferimento d'esperienza ma spera in un ruolo da protagonista per Antonio Tiberi, 23enne laziale che in più di un'occasione ha dimostrato di avere gamba e attitudine giusta, come al recente Tour of Luxembourg vinto su un certo Van der Poel. «Evenepoel e Pogacar sono un gradino sopra a tutti – la previsione del ct azzurro -, noi dovremo essere nella mischia insieme a tanti altri cogliendo ogni opportunità a disposizione. Tiberi? È molto giovane, ma non è più una sorpresa». Medaglia numero 14 per il paraciclismo azzurro: Martino Pini è argento nella prova in linea della categoria MH3.
ORDINE D'ARRIVO prova femminile, Uster-Zurigo (154,1 km) 1. Kopecky (Bel) in 4h05'26” (media di 37,672 km/h); 2. Dygert (Usa) st; 3. Longo Borghini st; 4. Lippert (Ger) st; 5. Vollering (Ned) st.Oggi la prova maschile, Winterthur-Zurigo (273,9km). Diretta tv su Raisport e Eurosport 1 dalle 10:30. Su Rai2 dalle 14.