Caos, pioggia e Covid: Giro d'Italia, buco nell'acqua

Decima tappa martoriata dal freddo e dalle polemiche. Un gruppo di corridori aveva chiesto di accorciare la corsa senza esito.
Caos, pioggia e Covid: Giro d'Italia, buco nell'acqua© LAPRESSE

Il Giro d’Italia è una via di mezzo tra un giallo di Agatha Christie e la Tregenda Ossianica: i colpi di scena sono tanti e l’abbondante pioggia rende gli scenari freddi e grigi. Brilla comunque il danese Magnus Cort Nielsen, vincitore ieri della Scandiano-Viareggio davanti a Derek Gee e al generoso Alessandro De Marchi. E 51” dopo sono giunti i primi inseguitori regolati da Mads Pedersen davanti Pascal Ackermann e Stefano Oldani. Il gallese Geraint Thomas ha vissuto il suo primo bagnatissimo giorno da leader dopo l’inatteso e repentino forfait di Remco Evenepoel in maglia rosa. A fine tappa Thomas ha conservato la maglia rosa.

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Non c’è pace per l’organizzazione. Ieri a Scandiano dei corridori hanno chiesto al direttore del Giro, Mauro Vegni, di accorciare notevolmente la tappa spostando avanti la partenza. I “ribelli” volevano una rievocazione dell’accorciamento per pioggia della Morbegno-Asti al Giro 2020. Questa volta non ha funzionato. «Le condizioni - ha detto il lapidario Vegni - non erano estreme per cui non ho concesso accorciamenti». La tappa è partita senza Evenepoel, Uran, Pozzovivo, Scotson, tutti per Covid. E anche priva del norvegese Sven Erik Bystrom che nel giorno di riposo faceva il duro: «Ho un Covid lieve, per me il Giro continua». Il peggioramento dei dati ha indotto lo staff Intermarché-Circus a fermare Bystrom. Alla partenza l’ambiente era pervaso da polemiche. «L’organizzazione del Giro – ha tuonato dal Belgio il dottor Yvan Van Mol, medico della Soudal Quick Step di capitan Evenepoel – non ha protetto Evenepoel e gli altri corridori dal pericolo dei contagi fin dalle giornate di vigilia in Abruzzo. Le conferenze stampa si sono svolte in sale strette e altre situazioni erano problematiche». Evenepoel ha già raggiunto il Belgio. «Fisicamente Remco sta bene – ha continuato Van Mol – ed è l’unico positivo della squadra. È pure l’unico che ha avuto così tanti contatti non protetti con altre persone». Brent Copeland (manager Jayco-AlUla) ha così replicato: «Alla vigilia della Milano-Sanremo ho fatto notare ai dirigenti degli altri team che il problema Covid persisteva e andavano adottati protocolli per ridurre i rischi. Le mie parole sono cadute nel vento».

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In avvio di tappa sono evasi Cort Nielsen, Gee, De Marchi e Davide Bais, leader del Gran Premio della Montagna. Bais ha intascato i punti utili per conservare la maglia azzurra sul Passo delle Radici, affrontato con 3 gradi di temperatura e tanta pioggia, poi si è fatto sfilare. La discesa verso Castelnuovo Garfagnana è stata più selettiva della salita, con numerose cadute causate da fondo bagnato. È finito sull’asfalto anche Jonathan Milan, che si è subito rialzato. A 50 chilometri dall’arrivo l’ammiraglia dell’Astana ha centrato Warren Barguil, e anche Lukas Postlberger è caduto. Invece Alberto Bettiol è finito per l’urto con un meccanico della Jayco. Si sono rialzati tutti e hanno concluso la tappa. Davanti De Marchi, Gee e Cort Nielsen in Versilia, sempre sotto la pioggia, hanno resistito al veemente inseguimento del gruppo principale. Gee a Viareggio ha cercato invano di sorprendere Cort Nielsen. Ha prevalso in volata la classe di Cort Nielsen che ora vanta un successo al Giro, 2 al Tour de France e 1 alla Vuelta a Espana. Si è ritirato Aleksandr Vlasov (Russia), un papabile al podio. «Non è un ritiro per Covid, anche se è debole», assicura lo staff della Bora-Hansgrohe.

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