È un Giro d’Italia in cerca di padroni

Una fuga bidone toglie la maglia rosa a Thomas. Il francese Armirail è ora il nuovo leader della corsa, però già oggi rischierà: i 4 Gpm sono un esame
È un Giro d’Italia in cerca di padroni© LAPRESSE

II mistero rosa s'infittisce. Tra i tanti risvolti di un Giro alla ricerca di una trama definita e avvincente, il colpo di scena lo regala il primo francese leader della corsa rosa dal 1999. Nel secolo scorso fu Laurent Jalabert, oggi Bruno Armirail. Campione nazionale a cronometro in carica (la sua unica vittoria in carriera), 29 anni, da 7 con Marc Madiot alla Groupama-Fdj, la sua fuga bidone va in porto sulla strada di Cassano Magnago nell'ennesima giornata di pioggia e vento (e stavolta pure gelo vero sul Passo Sempione, dopo il taglia e cuci della frazione per Crans Montana) che il gruppo trova sulla sua strada verso Roma.

Che la giornata fosse adatta ad una fuga era annunciato da una serie di indizi poi sbandierati ai quattro venti dagli atleti stessi nelle interviste alla partenza. In pochi, però, si sarebbero mai aspettati un colpo di mano simile. Neppure lo stesso Armirail, per il quale la rosa rappresenta quasi un Oscar alla carriera. «Il piano era più incentrato sulla vittoria di tappa - ha confessato il transalpino -. Pensavo che un giorno la maglia potesse finire in palio, ma non pensavo che questo fosse proprio questo il giorno buono. Quando Geraint Thomas ha tagliato il traguardo, il sogno è diventato realtà. Adesso cercherò di godermela».

Già, Geraint Thomas. Così come l'aveva ereditata dal Remco Evenepoel nel primo giorno di riposo dopo la riscontrata positività al Covid del belga, il capitano della Ineos Grenadiers lascia di botto la leadership della classifica generale: il gruppo trainato dai suoi scudieri arriva mestamente - ma consapevolmente - al traguardo con oltre 21 minuti di ritardo dal vincitore di giornata Nico Denz, poco più di 20 dal cronoman francese. Adesso Thomas insegue il nuovo leader a 1 minuto e 41 secondi: niente di preoccupante guardando alle montagne della terza e ultima settimana del Giro, quantomeno curioso il margine che il gruppo ha concesso agli attaccanti di giornata.

D'altronde la fuga va di moda in questa 106ª edizione della corsa rosa. Sono già sette le frazioni (su 14, dunque più del 50% se si contano le due cronometro di Ortona e Cesena) finite a chi ha avuto il coraggio di partire all'attacco dalle prime ore di gara: un dato in netta controtendenza rispetto ad un calendario World Tour 2023 in cui, fino al Giro, nessuna fuga vera e propria era andata a segno. Non mancano le spiegazioni a questo trend - le tre settimane di gara, il meteo inclemente, la posta in palio, la maggiore aggressività delle squadre di chi non lotta per la generale -, ma resta un dato che fa riflettere circa il comportamento degli uomini di classifica. Remco Evenepoel, il giorno della sua sfolgorante prova contro il tempo sulla Costa dei Trabocchi, confessò candidamente che era nei suoi piani perdere la maglia rosa per condividere con altre squadre il lavoro e le responsabilità del controllo della corsa.

Passano le frazioni, sfumano le occasioni e cambiano soprattutto i leader ma resta la sensazione che (per il momento) la maglia rosa sia soprattutto una patata bollente. «Per noi è una situazione perfetta - spiega il ds della Ineos Matteo Tosatto -, i ragazzi non hanno sprecato troppe energie. È stato un segnale di forza per come abbiamo voluto controllare la corsa, non di debolezza». Le cose potrebbero cambiare di nuovo quest’oggi: i quattro Gpm - uno di prima e tre di seconda categoria - che portano a Bergamo sono già un piccolo grande esame per Bruno Armirail. «Non mi meraviglierei se domani (oggi, ndr) dovessimo andare a tutto gas sin da subito» il presentimento di Tosatto.

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