Vingegaard vince ancora il Tour de France, a Meeus l'ultima tappa

Il danese trionfa per il 2° anno consecutivo alla Grande Boucle. L'Italia si riconsola con la maglia a pois di Ciccone
Vingegaard vince ancora il Tour de France, a Meeus l'ultima tappa© EPA

PARIGI (Francia)Jonas Vingegaard ha vinto per la seconda volta consecutiva il Tour de France. Il danese della Jumbo Visma bissa così il successo dello scorso anno. Sul podio lo sloveno Tadej Pogacar (Uae), terzo il britannico Adam Yates (Uae).

Nell'ultima tappa, da Quentin en Yvelines a Parigi, successo sui Campi Elisi del belga Jordi Meeus (Bora) che in volata natte il connazionale Jasper Philipsen e l'olandese Dylan Groenewegen. La maglia a pois di miglior scalatore è andata a Giulio Ciccone (Lidl Trek), quella verde a punti a Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e quella bianca di miglior giovane a Pogacar.

Tour de France, Ciccone maglia a pois: l'elogio di Chiappucci

"Quanta differenza rispetto ad allora. Ma è stata una bella sensazione vedere Ciccone a pois. È vero che sono modalità diverse, bici diverse, ma tutto questo fa parte della storia del ciclismo. Lui puntava prima di partire per il Tour a quell'obiettivo, gli avevo fatto il mio in bocca al lupo. Normale che per un corridore come lui che non poteva competere con i più forti, l'unica soluzione era fare così e puntare a questa maglia", ha dichiarato Claudio 'El Diablo' Chiappucci, ultimo italiano - 31 e 32 anni fa - della 'classifica degli scalatori': "Non finisce qui, ora. Il ciclismo deve dare dimostrazione di chi possa essere il nostro uomo del futuro. Cerchiamo uomini che facciano classifica e che siano anche vincitori di tappa. Ci mancano. Si può anche vincere o perdere ma devi essere lì a giocartela. La maglia a pois non è abbastanza per dire che il nostro ciclismo è in forma, per competere in tutte le gare. Al Tour non siamo riusciti a vincere una tappa ancora una volta, erano pochi al via e chi era presente non si è quasi mai visto. Ma la vedo dura anche su altri fronti. C'è da riflettere per come siamo arrivati a questo punto. Non abbiamo squadre di livello, e questo è importante. Il ciclismo è cultura da noi, ma non abbiamo team di World Tour". Per Chiappucci i vivai ci sono ma "bisogna capire se però bruciano i ragazzi. C'è sempre stata tanta partecipazione giovanile alle corse, bisogna però vedere come e chi li segue".

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