Quando è in palla, a Remco Evenepoel sembra davvero riuscire tutto. Può piegare il tempo, surclassare gli avversari. Pedalare con una facilità e una compostezza fuori dall'ordinario. Neppure l'inchiodata per la paura di una foratura a due chilometri dal traguardo ha interrotto il suo volo. Una magia, come quelle dei grandi campioni che sanno andare oltre quel destino che a volte prende la forma dei piccoli problemi degli umani. Come nelle previsioni della vigilia, il belga si impone nella prima crono del Tour tenendo fede a quell'iride nascosto sotto la maglia bianca di miglior giovane in terra di Francia. Alle sue spalle, la maglia gialla.
Pogacar: toccata quota 56 vittorie
Tadej Pogacar perde 12 secondi da Evenepoel in un testa a testa che avvicina il belga allo sloveno in generale, adesso distante 33 secondi. Toccando quota 56 vittorie pro in carriera, a 24 anni il capitano della Soudal Quick-Step chiude la sua personale tripletta: ha già almeno un successo di frazione in ciascuno dei tre Grandi Giri. Adesso, però, la sua candidatura a un posto di rilievo sul podio di Nizza tra due settimane e mezza è più concreta che mai. Frutto di un lavoro specifico e programmato nei minimi dettagli, visto che il suo esordio alla Grande Boucle è stato studiato dal patron del team belga, Patrick Lefevere, da anni. Dopo la caduta e la frattura della clavicola nella discesa dei Paesi Baschi, Evenepoel si è presentato al Grand Depart di Firenze più magro di 2,5 chili rispetto al rientro al Delfinato. Ha pure una squadra tutta per sé, con Mikel Landa braccio destro sulle montagne. Al netto della sua condizione fisica a fine Tour, la crono di Gevrey Chambertin è un avvertimento inquietante anche ai rivali per la crono olimpica del 27 luglio prossimo, Filippo Ganna in testa.
"È stata una giornata perfetta – il sorriso di Evenepoel - . Anche nel finale, quando ero convinto di aver forato: ho sentito un rumore molto simile a quello di una foratura". Cautela o pretattica, Remco ha una convinzione: "Credo per il resto del Tour Pogacar sarà inavvicinabile, ma sono sicuro che se mi sentirò sempre meglio con il passare dei giorni potrò puntare al podio". Non è da tutti battere Pogacar in una crono del Tour: l’ultimo ad esserci riuscito, Jonas Vingegaard, non a caso è la (due volte) maglia gialla in carica. Lo sloveno dell’Uae Emirates può uscire più che soddisfatto dalla prima battaglia contro il cronometro. Oltre a limitare il distacco da Evenepoel a 12 secondi, guadagnarne 25 su Vingegaard è un buon bottino. "Chiudere una crono alle spalle del campione del mondo è una bella sensazione – l’analisi della maglia gialla - .Devo tenerlo d’occhio adesso! Anche Vingegaard e Roglic, però, hanno mostrato una buona condizione in vista delle prossime tappe".
Ciccone il primo intruso
Il danese della Visma-Lease a Bike, partito forte, ha accusato l’attuale mancanza di fondo nella condizione pagando a livello cronometrico nella parte finale della prova, quando anche un Primoz Roglic in versione diesel è riuscito a dare un primo vero segnale di vita nella sua avventura in questo Tour scavalcandolo al terzo posto. Quinto il belga Campenaerts, sesto il francese Vauquelin: i primi degli umani. Al di sotto dei propri standard Ayuso (quindicesimo a 1’18”) e Van Aert (ventiquattresimo a 1’51”). Classifica generale alla mano, balza all’occhio che dopo la prima settimana di corsa i big 4 (Pogacar, Evenepoel, Vingegaard e Roglic) sono raccolti in 96 secondi. Allargando lo sguardo, invece, si nota come i primi dodici appartengano a sole quattro squadre: Uae Emirates, Visma-Lease a Bike, Ineos Grenadiers e Soudal Quick-Step. Gli squadroni del World Tour al comando. Il primo “intruso” è Giulio Ciccone: ieri a 2’27” da Evenepoel, l’abruzzese della Lidl-Trek paga 5’35” dalla maglia gialla. Dopo il weekend saprà anche lui se potrà puntare ad un posto tra i primi dieci a Nizza.