Alice D'Amato nel paese delle meraviglie sulla trave che odiava

Aveva lasciato Genova a 11 anni con la sorella per inseguire il sogno. E con il lavoro continuo è migliorata nell’attrezzo meno congeniale
Alice D'Amato nel paese delle meraviglie sulla trave che odiava© ANSA

Alice è passata attraverso lo specchio dell’utopia, e l’ha realizzata. Il primo oro della ginnastica artistica femminile italiana. Sull’attrezzo che meno sentiva suo, la trave del Dieci di Nadia (Comaneci). La trave che lei aveva chiesto una volta all’allenatrice Monica Bergamelli, una delle ginnaste da cui è nato questo oro, se potesse evitarla. Quasi perfetta, invece, nel giorno in cui le formidabili avversarie cadevano, barcollavano. 14.366 il numero della magia della fata dagli occhi azzurri e i capelli biondi. Alice D’Amato ha vinto per sé, ma anche per papà Massimo, vigile del Fuoco che aveva sempre incoraggiato e sostenuto lei e la gemella Asia. Ma nel 2022 ha dovuto cedere nella battaglia alla malattia. E Alice ha vinto per Asia, fermata due volte negli ultimi due anni da gravi infortuni dopo essere salita sul tetto d’Europa. Ha vinto per la ginnastica italiana, per l’accademia internazionale e la Brixia Brescia che dall’idea del responsabile tecnico Enrico Casella è arrivata in 40 anni a produrre campionesse mondiali come Vanessa Ferrari, titoli europei a squadre e individuali.

Ma la grandezza interiore di Alice la vedi anche dal fatto che poi con la gemella Asia e le amiche ha trascorso parte delle meritate vacanze a Riccione: «Perché ci siamo state spesso, da sette anni per i collegiali estivi. E perché mamma è innamorata di questo posto». Ecco, mamma Elena che quando le sue figlie avevano undici anni le accompagnò da Genova, Sant’Eusebio, fino a Brescia, dove le ragazze sono cresciute a pane, scuola e ginnastica, ogni santo giorno di sacrifici che non pesano: «Loro lo volevano, io quando sono tornata a casa mi sono messa a piangere». E le ragazze che ogni domenica possibile tornavano dai genitori. 
 
Alice che si è scoperta trascinatrice di una Nazionale storica. Prima di Parigi erano arrivati soltanto l’argento a squadre del 1928 e il clamoroso argento di Vanessa Ferrari al corpo libero a Tokyo, dopo tante sfortune e infortuni gravi. Alice però è stata strepitosa in tutti i giorni di gara. Nelle qualificazioni della squadra, seconda, conquistando anche la finale all around individuale. Nella finale a squadre, con Manila Esposito, Giorgia Villa, Elisa Iorio, Angela Andreoli. «Abbiamo cercato di pensare esercizio dopo esercizio. Abbiamo guardato solo all’ultimo ma eravamo consapevoli che avremmo potuto salire sul podio. L’argento? Prima delle qualifiche no, dopo che abbiamo chiuso le qualifiche seconde, abbiamo cominciato a crederci». Lei col terzo punteggio complessivo, dietro Biles e Lee. E il giorno dopo l’impresa aveva anticipato proprio a Tuttosport le sensazioni nuove sulla trave, lei grande specialista delle parallele asimmetriche. Come se tutto questo Alice lo sapesse: «Il primo pensiero dopo quelli per Asia e papà, è andato a tutti i sacrifici fatti, al lavoro, ai sogni, alle delusioni. La prova di cui sono più soddisfatta è la trave, anzi le mie travi qui. Finalmente forse sono migliorata, quando pensavo di non riuscire mai a uscirne. Dai problemi, dalle cadute. Nessun segreto, solo testa bassa e lavorare. Tutto questo mi trasmette grande fiducia» 
 
Alice splendida nella finale all around, con 56,333 a soli 132 millesimi dal bronzo di Sunisa Lee, dietro Simone Biles e Rebeca Andrade. E infine la magia nelle finali di specialità. Alice che non voleva crederci: «E quando ho visto il risultato mi è sembrato di morire». Ed è salita sul podio con Manila Esposito a fianco, di bronzo. Alice che non perderà mai la sua dolce umiltà, ma neppure la sua straordinaria abnegazione e applicazione. Perché non può passare per sorpresa, lei. Bronzo mondiale a squadre 2019: «Il fatto è che siamo cresciute tutte assieme, per questo c’è un’intesa speciale». Cinque ori europei, tre di squadra e 2 individuali alle parallele, ma anche argento individuale all around nel 2024 e bronzo già nel 2023. E alle parallele ha un argento e un bronzo. Ora attende il ritorno della gemella Asia, campionessa europea all around 2022. Con un obiettivo preciso: «Arrivare assieme a Los Angeles». Avranno 25 anni, ma l’ha dimostrato la divina Biles per ultima, l’età agonistica nella ginnastica artistica si è alzata. Disciplina per donne, atleta mature. Consapevoli della propria meraviglia. Perché il genio è 1 per cento ispirazione e 99 traspirazione. Parola di Thomas Edison.

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