Nuoto, Lochte: «Dopo la bugia di Rio ho pensato al suicidio»

Il campione Usa e due compagni inventarono d'aver subito rapina
Nuoto, Lochte: «Dopo la bugia di Rio ho pensato al suicidio»© Lapresse / PA

TORINO - ''Dopo Rio probabilmente sono stato la persona più odiata del mondo. ho avuto momenti in cui ho pensato se vado a dormire e non mi sveglio più è meglio'': il nuotatore statunitense Ryan Lochte, protagonista ai giochi olimpici di Rio de Janeiro di una finta rapina si confessa a Espn e racconta di aver pensato anche al suicidio. ''Ero sul punto di gettare la mia vita'', le parole del 32enne americano che ha raccontato di aver avuto un momento di depressione seguita ai fatti di Rio quando, con altri due compagni della squadra di nuoto statunitense, denunciarono di essere stati rapinati in una stazione di servizio per nascondere invece una rissa della quale si erano resi protagonisti, racconto poi smentito dalle indagini della polizia brasiliana. Per quei fatti, Lochte è stato sospeso 10 mesi, sanzione che terminerà il prossimo 30 giugno.

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