Bortuzzo: "Sono grato di quello che mi dà la vita. Paralimpiadi? Ci penso"

Il ragazzo si è raccontato a Grazia: "Quest'estate farò il tifo per i miei amici a Tokyo e penserò che alle Olimpiadi avrei potuto esserci anche io"
Bortuzzo: "Sono grato di quello che mi dà la vita. Paralimpiadi? Ci penso"© www.imagephotoagency.it

TORINO - "Indietro non si può tornare, è inutile rimpiangere il passato, bisogna guardare avanti. Sarebbe stato meglio vivere come prima, con le mie gambe, ma ora che è successo, sono grato di ciò che la vita mi regala". In un'intervista rilasciata a Grazia, Manuel Bortuzzo si confida a dieci mesi dall'aggressione che lo ha privato dell'uso delle gambe: "Quest'estate penserò: potevo essere lì, a Tokyo, alle Olimpiadi. Spero di gioire per gli amici che ci andranno. Le Paralimpiadi? Comincio a pensarci ma la riabilitazione resta la mia priorità".

"Penso alle cose belle"

Bortuzzo non vuole dare peso agli aggressori - "Preferisco pensare alle cose belle" - ma non nasconde gli attimi più cupi: "Ho passato giorni di disperazione, ti assalgono pensieri profondi, cupi, tristi, molto brutti. Perché se la tragedia te la vai a cercare, cerchi di fartela passare. Ma quando non c'entri niente, non puoi fare a meno di chiederti perché". Un'agonia raccontata nel libro "Rinascere", appena uscito, e che sarà ripercorsa anche nel film di e con Raoul Bova, "L'ultima gara". "Sul grande schermo ci sarò io, ma anche il Manuel che non si è mai visto, il ragazzo che soffre per ciò che è successo. Raoul è un nuotatore, ma per me anche un maestro di vita. È umile, un combattente, che affronta le battaglie in silenzio".

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