Nuoto, Quadarella vuole riprendersi il trono mondiale: "Ho fame ma vincerò con la testa"

Ventiquattro anni, un palmares già racchissimo, un oro olimpico come ultimo sogno: Simona è pronta per lanciare la volata ideale verso Parigi 2024
Nuoto, Quadarella vuole riprendersi il trono mondiale: "Ho fame ma vincerò con la testa"© LAPRESSE

Ventiquattro anni, un palmares già racchissimo, un oro olimpico come ultimo sogno (ma è stata la prima nuotatrice italiana a conquistarlo ai Giochi giovanili), gli stimoli che non mancano mai e una squadra di fenomeni con cui condividere i grandi eventi in corsia. Simona Quadarella è pronta per lanciare la volata ideale verso Parigi 2024. 

Simona, come sta? 
«Procede tutto bene, la ripresa è sempre un po’ faticosa, durante le vacanze natalizie nuotiamo e... non nuotiamo, anche se quest’anno ci siamo comunque riposati un po' meno. E’ faticoso tornare alla routine, ma lo stiamo facendo ormai da diverso tempo e ci stiamo riprendendo alla grande».  
 
È stato un 2022 ricco di eventi. Forse troppo? 
«Sicuramente complicato da preparare, sia per noi sia per gli allenatori; da qualche parte qualcosa dovevamo togliere. Siamo arrivati agli Europei l’11 di agosto! Volevamo andare bene e prendere medaglie, visto anche che si gareggiava in casa, ma era difficile pretendere tempi stratosferici, perché venivamo da una stagione intensa, già con un Mondiale impegnativo. Forse nel 2023 avremo un'annata normale».  
 
Cosa vuol dire preparare tutti questi eventi? 
«Noi cerchiamo comunque di esserci sempre, in un modo o nell’altro; quando però ci sono così tanti eventi in una stagione, dobbiamo essere consapevoli di dove si può fare davvero bene e dove ci si deve invece accontentare un po’, riuscendo al contempo a dare sempre il meglio. L’importante è aver coscienza del lavoro fatto e dell’obiettivo da raggiungere».  
 

 
C’è sempre grande attesa ormai, anche per un Europeo in corta... 
«È vero e noi cerchiamo di mantenere lo standard alto. La gente ci vuole vedere davanti, ma anche noi vogliamo stare lì davanti. Vogliamo dare il meglio di noi stessi, sentiamo una certa pressione dall'esterno, poi c’è chi la sente un po’ di più e chi la sente un po’ meno. Per metabolizzare i risultati serve comunque la consapevolezza dei propri mezzi, anche se le gare non vanno bene». 
 
A che punto si sente Simona nella sua carriera? 
«Sono ancora tra le più giovani in Nazionale. Nel mio gruppo di allenamento in realtà un po' meno, anzi, lì mi sento tra le più esperte. Quando gareggio in azzurro cambia però la prospettiva e in generale sento di poter dare molto. Sicuramente ho già dato tanto e so che più avanti andrò, più farò fatica, ma ho ancora margini di miglioramento, soprattutto sotto certi aspetti, e sono ancora molto, molto motivata». 
 
Tokyo 2021 e Budapest 2022, Olimpiadi e Mondiali con il riscatto sugli 800 sl e dopo un 1500 sl difficile. Come c'è riuscita? 
«In realtà ho cercato di pensare il meno possibile alla gara andata male e far finta che non fosse successo niente, il pensarci troppo porta solo problemi. È tutto un gioco mentale, è una parte su cui ho lavorato, sforzandomi moltissimo: è stato difficile, ma avevo tanta voglia di prendermi una medaglia, in fondo è quello che ci fa stare felici e ci fa tornare a casa realizzati». 
 
Dopo Parigi 2024 accorcerà un po’ le distanze? 
«Dipende tutto da come starò, nel 2024 avrò 25 anni durante i Giochi, ancora non sono troppo vecchia. Certo, se voglio arrivare al 2028 facendo solo i 1500 sl, allora sì diventa difficile. Vediamo dopo Parigi, ma dovrò valutare il dà farsi anche in questo anno e mezzo che ci separa dai Giochi francesi. Fino a 29-30 anni si può nuotare ad alto livello secondo me, in quest'epoca, spero quindi di poter arrivare anche alle Olimpiadi di Los Angeles, ma dipende da quello che succede e da come starò io». 
 
Il panorama del mezzofondo è tosto, con Titmus, McIntosh, Ledecky, Pallister, tra le altre. Un paio almeno bisogna batterle per salire su podi importanti. Come si fa? 
«Andando avanti chiaramente le avversarie diventano sempre di più, perché crescono quelle che erano piccoline, hanno più esperienza, sono più allenate e chiaramente migliorano. Io però non sono una che guarda troppo intorno, soprattutto prima delle gare. Ci guardo solo quando arrivo lì, sul posto: a quel punto so chi c’è, chi è forte, quanto posso dare, quello che ho fatto per quella gara e allora lì si può valutare. Adesso è troppo presto».  
 
Controprestazione e poi grande riscatto: è un suo mantra? 
«È la testa che fa tanto. Certo, io ormai ho un bel po’ di esperienza, determinate cose in realtà non dovrebbero più accadermi, ma purtroppo succedono. Nei 1500 sl ho avuto problemi a livello mentale, prima di Tokyo anche fisici, e nella gestione della gara. Al Mondiale di Budapest negli 800 sl mi sentivo sì stanca, non al top della forma, ma in acqua ho anche messo tanta testa, tanto cuore, ripensando a tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì. E poi la medaglia è arrivata»·  
 

 
Siete consapevoli del grande momento storico che vive il nuoto italiano? 
«C’è stato un miglioramento enorme e il fatto di avere tante persone forti in Nazionale aiuta. Vedere che il compagno è veloce, stimola tanto, tra di noi. "Lo fa lui, lo voglio fare anche io", pensiamo. E’ bello essere in una Nazionale del genere, questo ci ha aiutato tanto nelle ultime stagioni». 
 
Il nome nuovo sulla bocca di tutti è quello di Valentina Procaccini, classe 2008, abruzzese, di cui si sono già viste meraviglie in acqua. Si allena con lei. Cosa ne pensa?
«Valentina è molto brava. Si impegna tanto. Avrà il tempo per prendere la sua strada e secondo me ancora si deve specializzare sulle sue distanze, nel senso che adesso è giovane, forte, va veloce un po’ ovunque, ha appena compiuto quindici anni, e in futuro credo si dovrà specializzare di qua o di là. Ma con calma. È estremamente promettente».

 

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