Federica Pellegrini esclusiva: Valentino Rossi, Pechino Express e il futuro

Un anno senza nuoto vissuto intensamente, dal matrimonio alla tv: la Divina ce lo racconta e ci svela i suoi nuovi progetti
Federica Pellegrini esclusiva: Valentino Rossi, Pechino Express e il futuro© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - Divina in tutto quello che fa, ancora più in quello che ha progettato e sta realizzando. E chissà, quello che ancora dovrà arrivare. Federica Pellegrini forse come non l’avete mai ascoltata, così come non l’avevate mai vista fino a giovedì in tv, quando su Sky è andata in onda la prima puntata di Pechino Express, la sua ultima avventura di un anno vissuto intensamente e meravigliosamente anche lontano dalle piscine. Insieme a Matteo Giunta, l’ex allenatore e ora marito e compagno in tutto e per tutto. Anche nel piacere di stare a casa, nella sua Verona. Dove stanno lavorando per lanciare, già quest’anno, quello che definisce il suo progetto più grande, quello che la definisce di più. Anche come coppia. Academy, stile VR46 di Valentino Rossi. Qualcosa più che una piscina, un paese dei balocchi acquatici come il Ranch di Tavullia per le moto. E lo sa bene Pecco Bagnaia, conosciuto a Capodanno alle Maldive. Senza contare però il lavoro nel Cio e nel Coni come dirigente sportivo, dalla parte degli atleti e soprattutto delle donne. Lei, la prima a vincere tutto in uno sport dove contavano solo gli uomini. Lei, che vuole scardinare il destino scritto della sliding door famiglia-lavoro, ma aprire la porte a una rivoluzione prima di tutto culturale. 
 
La vediamo sempre in perfetta forma: cosa fa? 
«Semplice, ho quattro cani. Non avendo il giardino potete immaginare cosa significhi e comporti farli uscire, giocare, seguirli...». 
 
Tania Cagnotto ha detto che il primo anno dopo il ritiro è stato il più bello perché s’è goduta la famiglia, Valentino Rossi ha scacciato subito il terrore di non divertirsi... Lei? 
«Anche per me questo è stato un anno meraviglioso. Intanto per un nuotatore abituato a una vita monastica, tutta casa-piscina e piscina-casa, il ritiro è comunque un cambiamento che ti apre le prospettive, poi nel mio caso ci sono stati due fattori chiave: innanzitutto il matrimonio, una giornata incredibile e una vita che volevo con Matteo; poi non avere orari ed obblighi, ma potermi gestire il tempo per me è quasi un dono. Certo, ho ancora tremila impegni, ma li gestisco e soprattutto riesco a poter dire: ecco, questa settimana porto in crociera mia mamma che non c’è mai stata. Non solo: lo dico e lo faccio...»

Quindi nessun rimpianto, neppure a vedere la pioggia di medaglie dell’Italnuoto? 
«No, e sono felice per i miei ex compagni e i nuovi giovani. Ammetto che anch’io avevo un po’ paura del contraccolpo di una vita super adrenalinica, sapendo che qualsiasi cosa avessi fatto nulla sarebbe mai stato come affrontare una finale olimpica, ma ho preso la decisione giusta nel momento giusto, quando ho sentito che il mio corpo mi mandava messaggi che non ne poteva più. Ho scoperto che mi sto gustando la vita del dopo nuoto, che mi piace stare molto a casa». 
 
Federica pantofolaia? Non ce la vediamo... 
(sorride) «Invece sono una che ama la casa, prenderne cura come dei cani. E sì, sono una maniaca dell’ordine e della pulizia. Mi piace, mi rilassa. Il problema semmai è che anche adesso che ho smesso non sto molto a casa...». 

In effetti: Coni, Cio, ora pure Pechino Express... 
«L’ammetto, ero spaventata che la scommessa di quella condizione/viaggio non facesse per noi. Essere in un mondo sconosciuto solo con uno zaino in spalla, senza soldi e telefono, dovendo fare l’autostop... Temevo di non riuscire ad adattarmi alle situazioni che poi affettivamente abbiamo vissuto e che avete iniziato a vedere in televisione nella prima puntata. È stato Matteo a convincermi. Come? Dicendomi “o adesso o mai più”. Aveva ragione. Sia perché abbiamo così tanti progetti che non ci sarebbe stato più spazio per un’esperienza simile, sia perché alla fine è stata una bellissima scoperta». 
 
Era mai stata in quella parte del mondo? 
«No. E anche quella è stata una piacevole scoperta per la quale devo ringraziare Sky. L’India, con tutte le sue contraddizioni e colori, mi è davvero piaciuta». 

Un’esperienza simile mette alla prova anche la coppia... 
«Verissimo. Anche quella era un’incognita che mi spaventava. Ci siamo sposati da poco ed è tutto meraviglioso, ma un’avventura come Pechino Express mette tutto in discussione, anche la coppia. In queste situazioni puoi scoprire lati non piacevoli dell’altro. Invece siamo tornati molto più forti di quando siamo partiti, complici. Abbiamo sempre lavorato di squadra, proprio come facevamo nello sport». 
 
Davvero nessun problema tra voi due? 
(sorride) «Beh, lo vedrete... Ovvio che abbia anche litigato, a volte lo strss è alto, ma siamo sempre subito riusciti a trovare un metodo per uscirne. Insieme». 
 
Sa che i commenti su Matteo, specie dopo la prima puntata, sono del tipo “ma quant’è bello”? 
«Già, lo dicono in troppe e da sempre, anche prima che andasse in televisione. Mi sa che dovrò proprio prendere il porto d’armi...». 

E con Totò Schillaci com’è andata? Competizione dura? 
«Macché, è stato più difficile gestire le altre coppie, tutte così diverse. E le fazioni che inevitabilmente si creano in queste situazioni e in programmi come Pechino Express. Fa parte del gioco. Con Totò parliamo la stessa lingua: quella dello sport. Infatti abbiamo legato tantissimo e abbiamo iniziato a vederci anche al di fuori del reality». 
 
Capodanno invece l’ha festeggiato con Bagnaia, che sta per iniziare la difesa del suo titolo mondiale con la Ducati... 
«Una bella persona, una bellissima coppia. Il primo giorno che siamo arrivati in quell’atollo delle Maldive non ci siamo parlati, nessuno dei due voleva disturbare l’altro. Anche lui è molto riservato come me. Poi la mattina dopo ci siamo incontrati a colazione e da quel momento abbiamo fatto tutta la vacanza insieme. Lui e Domizia sono una coppia molto semplice, come io e Matteo. E come per Schillaci, facendo o avendo fatto sport ad alto livello parliamo la stessa lingua. L’unica differenza è che Pecco si allenava tutti i giorni tra corsa e palestra, io e Matteo invece eravamo sciallatissimi: tutto lettino, mare e aperitivi...» (risata). 

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Bagnaia è il primo campione del mondo di MotoGP frutto dell’Academy di Valentino Rossi: mai pensato a costruire qualcosa di simile nel nuoto? 
«Di più, la stiamo già realizzando». 
 
Stupendo: quando e come sarà? 
«Contiamo di partire già quest’anno, anche se per creare qualcosa del genere partendo da zero serve tempo. Intanto serve una struttura d’appoggio adatta. L’idea è quella di creare qualcosa che vada oltre al dirigere una squadra, come ha fatto e sta facendo Matteo, o dal vivere il nuoto come ho sempre fatto io. Qualcosa che per noi non ha prezzo, che ci sta entusiasmando. È il progetto nel quale io e Matteo puntiamo di più, ci crediamo tantissimo. Penso abbia provato la stessa cosa Andrea Dovizioso, che recentemente ha rilevato un crossodromo e ne sta facendo un vero parco del motocross, dove costruire tecnici e atleti, ma non solo». 
 
Quindi non lavorerete solo con campioni di alto livello? 
«No, la nostra Academy sarà un modo di vivere il nuoto a 360°, davvero per tutti. Ci saranno gli atleti affermati e i giovani talenti che potremo aiutare, ma anche le persone qualunque che amano il nuoto e vogliono avvicinarsi in un modo nuovo. E soprattutto i disabili. Ci tengo, ci credo». 
 
A proposito di grandi sportivi, è appena tornata da Livigno dove ha imparato a sciare: vuole fidare la sua amica Sofia Goggia? 
(sorride) «Quasi quasi... Quella di sciare era una delle tantissime voci della classica lista delle cose da fare che ho fatto dopo il ritiro. E anche su quello ho messo la spunta... Devo dire che me la sono cavata. Sofia invece la conosco da anni, perché viene a fare la preparazione a Verona. Un bel tipino, totalmente dedita a quello che fa. Mi piace. Rischia troppo? Per essere a quei livelli devi essere così, non ce n’è». 
 
Goggia, Brignone, Bassino nello sci, ma anche Wierer e Vittozzi nel biathlon, le slittiniste Voetter-Oberhofer, Quadarella e Pilato nel suo nuoto, la rinascita di Larissa Iapichino e le quattrocentiste nell’atletica... Le donne italiane vincono, più degli uomini, ma allenatrici e ancora più dirigenti quasi non esistono. 
«Un quadro impietoso, ma assolutamente reale. Purtroppo nello sport, come nell’ambiente lavorativo in generale, l’Italia è indietro nella considerazione e nel trattamento delle donne. Lo stiamo studiando in questo periodo anche statisticamente nel Cio. Noi donne a un certo punto della vita, soprattutto appena la carriera agonistica arriva al capolinea, veniamo sempre messe davanti a un bivio: la famiglia o il lavoro? È un dilemma generale, non solo nello sport. Tante donne purtroppo sono costrette a sceglie “o-o” perché non sono supportate. Bisogna prende esempio soprattutto dai Paesi del Nord, dove alla donna danno la possibilità di portarsi al lavoro i figli, di viverli non come un sacrificio ma come un arricchimento». 
 
Lei sta vivendo questa cosa sulla sua pelle visto che non fanno che chiederle se è incinta o quando diventerà mamma? 
«No, non è una cosa che mi mette di fronte a scelte. Intanto ci sono abituata, perché è una domanda che mi viene fatta da anni e anni. Più che altro è un fastidio, una goccia continua che prima o poi buca la roccia. La maternità è qualcosa di molto personale, che verrà se e quando vorremo, io e Matteo. E che di certo non mi determinerà come persona il fatto di avere dei figlio o meno». 
 
Intanto lei la dirigente la sta già facendo nel Coni e nel Cio, quindi ad alto livello. Come si trova? 
«Ci devi fare l’abitudine, perché significa vivere il mio mondo da un punto di vista completamente diverso, molto più politico che sportivo. Con le commissioni atleti lavoro bene perché, come già detto prima per Schillaci e gli altri campioni, parliamo la stessa lingua. Ho qualche difficoltà quando il discorso diventa molto più politico, ma mi ci sto abituando». 
 
Quindi si vede dirigente sportiva, magari l’erede di Malagò? 
«No, uno come Giovanni nasce ogni mille anni, è insostituibile e inimitabile. Non penso di arrivare a una carica così importante, anche perché onestamente ho sacrificato così tanto della mia vita, anche se non ho mai vissuto il nuoto e la mia carriera come un sacrificio, che vedermi a Roma, costruendo lì una famiglia, lontano dalla mia e dai miei progetti, in questo momento non la vedo come una soluzione fattibile». 

Qual è la cosa che sente più sua nell’ambito dei suoi impegni tra Coni e Cio? 
«Sicuramente la Commissione Atleti. Ci stiamo facendo conoscere, con continui passettini in avanti. Molto spesso gli atleti stessi non sanno che nel Comitato olimpico internazionale e in quello nazionale esiste una commissione che li rappresenta. E che lavora per loro. E tanto meno sanno che il Cio stesso ha dato una forte indicazione affinché in tutte le federazioni sportive venga costituita una Commissione Atleti. Un cambiamento molto importante, perché significa entrare nei Consigli federali, dove si decide insomma, e dire la propria, portare avanti le istanze degli atleti, far sentire la loro voce. E soprattutto che le federazioni dovranno ascoltarle». 
 
E di Milano Cortina 2026, le Olimpiadi invernali che torneranno in Italia fra tre anni, cosa dice? 
«Che sarà una figata, davvero. Sicuramente siamo un po’ in ritardo, ma ce la faremo. E tutti godranno di Giochi meravigliosi». 
 
E magari, se continua nei suoi progressi sugli sci, la vedremo al cancelletto di partenza... 
(sorride) «Come no, farò l’apripista...». 
 
Invece per chiudere questa intervista, se si guarda dentro a poco più di un anno dal ritorno, Federica Pellegrini come si vede? 
«Serena, assolutamente serena». 
 
E se proietta sé stessa avanti? 
«In acqua, mi vedo ancora e di nuovo in acqua». 

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TORINO - Divina in tutto quello che fa, ancora più in quello che ha progettato e sta realizzando. E chissà, quello che ancora dovrà arrivare. Federica Pellegrini forse come non l’avete mai ascoltata, così come non l’avevate mai vista fino a giovedì in tv, quando su Sky è andata in onda la prima puntata di Pechino Express, la sua ultima avventura di un anno vissuto intensamente e meravigliosamente anche lontano dalle piscine. Insieme a Matteo Giunta, l’ex allenatore e ora marito e compagno in tutto e per tutto. Anche nel piacere di stare a casa, nella sua Verona. Dove stanno lavorando per lanciare, già quest’anno, quello che definisce il suo progetto più grande, quello che la definisce di più. Anche come coppia. Academy, stile VR46 di Valentino Rossi. Qualcosa più che una piscina, un paese dei balocchi acquatici come il Ranch di Tavullia per le moto. E lo sa bene Pecco Bagnaia, conosciuto a Capodanno alle Maldive. Senza contare però il lavoro nel Cio e nel Coni come dirigente sportivo, dalla parte degli atleti e soprattutto delle donne. Lei, la prima a vincere tutto in uno sport dove contavano solo gli uomini. Lei, che vuole scardinare il destino scritto della sliding door famiglia-lavoro, ma aprire la porte a una rivoluzione prima di tutto culturale. 
 
La vediamo sempre in perfetta forma: cosa fa? 
«Semplice, ho quattro cani. Non avendo il giardino potete immaginare cosa significhi e comporti farli uscire, giocare, seguirli...». 
 
Tania Cagnotto ha detto che il primo anno dopo il ritiro è stato il più bello perché s’è goduta la famiglia, Valentino Rossi ha scacciato subito il terrore di non divertirsi... Lei? 
«Anche per me questo è stato un anno meraviglioso. Intanto per un nuotatore abituato a una vita monastica, tutta casa-piscina e piscina-casa, il ritiro è comunque un cambiamento che ti apre le prospettive, poi nel mio caso ci sono stati due fattori chiave: innanzitutto il matrimonio, una giornata incredibile e una vita che volevo con Matteo; poi non avere orari ed obblighi, ma potermi gestire il tempo per me è quasi un dono. Certo, ho ancora tremila impegni, ma li gestisco e soprattutto riesco a poter dire: ecco, questa settimana porto in crociera mia mamma che non c’è mai stata. Non solo: lo dico e lo faccio...»

Quindi nessun rimpianto, neppure a vedere la pioggia di medaglie dell’Italnuoto? 
«No, e sono felice per i miei ex compagni e i nuovi giovani. Ammetto che anch’io avevo un po’ paura del contraccolpo di una vita super adrenalinica, sapendo che qualsiasi cosa avessi fatto nulla sarebbe mai stato come affrontare una finale olimpica, ma ho preso la decisione giusta nel momento giusto, quando ho sentito che il mio corpo mi mandava messaggi che non ne poteva più. Ho scoperto che mi sto gustando la vita del dopo nuoto, che mi piace stare molto a casa». 
 
Federica pantofolaia? Non ce la vediamo... 
(sorride) «Invece sono una che ama la casa, prenderne cura come dei cani. E sì, sono una maniaca dell’ordine e della pulizia. Mi piace, mi rilassa. Il problema semmai è che anche adesso che ho smesso non sto molto a casa...». 

In effetti: Coni, Cio, ora pure Pechino Express... 
«L’ammetto, ero spaventata che la scommessa di quella condizione/viaggio non facesse per noi. Essere in un mondo sconosciuto solo con uno zaino in spalla, senza soldi e telefono, dovendo fare l’autostop... Temevo di non riuscire ad adattarmi alle situazioni che poi affettivamente abbiamo vissuto e che avete iniziato a vedere in televisione nella prima puntata. È stato Matteo a convincermi. Come? Dicendomi “o adesso o mai più”. Aveva ragione. Sia perché abbiamo così tanti progetti che non ci sarebbe stato più spazio per un’esperienza simile, sia perché alla fine è stata una bellissima scoperta». 
 
Era mai stata in quella parte del mondo? 
«No. E anche quella è stata una piacevole scoperta per la quale devo ringraziare Sky. L’India, con tutte le sue contraddizioni e colori, mi è davvero piaciuta». 

Un’esperienza simile mette alla prova anche la coppia... 
«Verissimo. Anche quella era un’incognita che mi spaventava. Ci siamo sposati da poco ed è tutto meraviglioso, ma un’avventura come Pechino Express mette tutto in discussione, anche la coppia. In queste situazioni puoi scoprire lati non piacevoli dell’altro. Invece siamo tornati molto più forti di quando siamo partiti, complici. Abbiamo sempre lavorato di squadra, proprio come facevamo nello sport». 
 
Davvero nessun problema tra voi due? 
(sorride) «Beh, lo vedrete... Ovvio che abbia anche litigato, a volte lo strss è alto, ma siamo sempre subito riusciti a trovare un metodo per uscirne. Insieme». 
 
Sa che i commenti su Matteo, specie dopo la prima puntata, sono del tipo “ma quant’è bello”? 
«Già, lo dicono in troppe e da sempre, anche prima che andasse in televisione. Mi sa che dovrò proprio prendere il porto d’armi...». 

E con Totò Schillaci com’è andata? Competizione dura? 
«Macché, è stato più difficile gestire le altre coppie, tutte così diverse. E le fazioni che inevitabilmente si creano in queste situazioni e in programmi come Pechino Express. Fa parte del gioco. Con Totò parliamo la stessa lingua: quella dello sport. Infatti abbiamo legato tantissimo e abbiamo iniziato a vederci anche al di fuori del reality». 
 
Capodanno invece l’ha festeggiato con Bagnaia, che sta per iniziare la difesa del suo titolo mondiale con la Ducati... 
«Una bella persona, una bellissima coppia. Il primo giorno che siamo arrivati in quell’atollo delle Maldive non ci siamo parlati, nessuno dei due voleva disturbare l’altro. Anche lui è molto riservato come me. Poi la mattina dopo ci siamo incontrati a colazione e da quel momento abbiamo fatto tutta la vacanza insieme. Lui e Domizia sono una coppia molto semplice, come io e Matteo. E come per Schillaci, facendo o avendo fatto sport ad alto livello parliamo la stessa lingua. L’unica differenza è che Pecco si allenava tutti i giorni tra corsa e palestra, io e Matteo invece eravamo sciallatissimi: tutto lettino, mare e aperitivi...» (risata). 

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