Benedetta Pilato, l’intervista: “Maturità e patente, poi l’oro mondiale”

La regina della rana ritrova la serenità e disegna le sue nuove priorità: “Vengo da un periodo bruttissimo, sapere che c’è ancora un posto per Fukuoka sui 100 è uno stimolo"
Benedetta Pilato, l’intervista: “Maturità e patente, poi l’oro mondiale”© LAPRESSE

Una Benedetta rinfrancata. Con vista sul Trofeo Sette Colli di Roma e sul Giappone, oltre che su... patente e maturità, le priorità attuali com'è normale che sia a 18 anni appena compiuti. La baby prodigio della rana azzurra, già campionessa d'Europa e del mondo sulla distanza olimpica dei 100 metri, nonché primatista mondiale su quella ridotta, esce dallo Stadio del Nuoto di Riccione con più certezze rispetto ai tanti dubbi della vigilia, dovuti in parte a problemi fisici attraversati (prassi a quell'età, sono in via di risoluzione) e anche ai tanti impegni del periodo al di fuori della vasca. La vigilia di incertezze è stata spazzata via intanto dal secondo crono mondiale stagionale timbrato sui 50 metri rana (29"84, ancora resiste, davanti c’è soltanto la sudafricana Lara Van Niekerk) e dalla conseguente qualificazione ai prossimi Mondiali di Fukuoka (14-30 luglio 2023, e l'est asiatico porta bene a Pilato, basti pensare all'argento iridato nel 2019, a 14 anni, a Gwangju, in Corea del Sud, seconda di poco rispetto all'olimpionica americana King).

Non solo: Benny ha ritrovato il sorriso dei giorni migliori e nonostante il calendario fitto di incombenze, essendoci ancora un posto libero sulla distanza doppia per la rassegna iridata, al citato 7 Colli di fine giugno potrebbe timbrare anche quel pass, per provare a difendere il titolo vinto a Budapest nel 2022, davanti alla tedesca Elendt e alla lituana Meilutyte. Che male non farebbe in chiave olimpica. Intanto, però, un passo alla volta.  

Benedetta, in pochi giorni è cambiato molto di questo 2023, per lei, e la porta sui 100 metri rana è ancora aperta. Una bella notizia, no?
«Vero, al Sette Colli però mancano più di due mesi, io sono piena di impegni extra nuoto e per questo non mi faccio illusioni. Lavorerò per migliorarmi, come sempre, anche se adesso la priorità va a scuola e patente. Comunque, non ho mai abbandonato il lavoro sulla distanza olimpica e so bene che l'anno importante non è questo, bensì il prossimo. Lo stimolo a provare a difendere il titolo conquistato a Budapest c'è tutto. Vedremo se riuscirò a qualificarmi».

Il 50 rana resta la sua gara?
«Me lo chiedono in tanti, spesso, in realtà credo di aver dimostrato, nel tempo, che le mie gare sono due e il pensiero ai 100 certamente crescerà con l'avvicinarsi dei Giochi Olimpici a Parigi 2024, Ovvio poi che ai 50 sia particolarmente legata, per diversi motivi».

Si riparte da Riccione con più slancio?
«Il risultato sui 50 cambia tanto nella mia stagione, sicuramente. Ora sono più tranquilla, per mesi invece ho lavorato senza avere un vero obiettivo in testa per il quale allenarmi in acqua. Adesso ce l'ho e così diventa tutto più stimolante. Sono contenta, mi mancava un po' di serenità».

A volte le capita di andare più veloce al mattino rispetto al pomeriggio e lei lo sa perfettamente.  
«Sì ed è qualcosa che va sistemato, con il tempo. Mi aspettavo in effetti di fare meglio in finale sui 50 metri, ma nel caso di Riccione c'è una spiegazione. Sapevo di avere solo un colpo in canna per quella giornata, averlo "sparato" al mattino mi ha preoccupato un minimo per il pomeriggio, e infatti mi sono peggiorata. Me l'aspettavo. Però volevo il pass a tutti i costi e l'ho ottenuto subito, quello conta. Vorrei anche quello sui 100, ripeto, però dipende da diversi fattori. In un mese in questo momento particolare della mia vita possono cambiare tante cose. Vediamo, magari basterà anche la sola qualificazione sui 50 per i 100 o magari no».  

A proposito, ha visto batterie e finali dei 100 rana ai Primaverili di Riccione?
«In realtà no perché ero a scuola guida!».

Come ha vissuto questi ultimi mesi?  
«In mezzo a tante difficoltà. Direi che è stato bruttissimo e basta. Non c'è altro da aggiungere. A Riccione ho scelto di fare solo i 50 perché era ovviamente più semplice preparare la mezza distanza, dopo i mesi non semplici trascorsi. C'è tempo, insomma».

E il tempo, a 18 anni, è tutto dalla parte di Benny. Che in fondo ha già vissuto un’esperienza olimpica nella sua breve carriera, per quanto non troppo fortunata, e potrà farne ampio tesoro in vista dell’obiettivo finale, datato Parigi 2024. E’ l’unico titolo che le manca nel palmarés, quello a cinque cerchi. Data l’età, significa aver vinto tanto...

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