"Il mio sogno? Un’altra finale al Wpt"

La numero 31 del ranking, Ana Catarina Nogueira, ha un solo rimpianto: "Non aver iniziato prima"
"Il mio sogno? Un’altra finale al Wpt"

TORINO - Portoghese, nata ad Oporto il 20 settembre del 1978, Ana Catarina Nogueira ha un solo grande rammarico, aver iniziato a giocare a ben 32 anni, cosa che tuttavia le ha ugualmente permesso, a 43 anni, di essere attualmente al n.31 del ranking mondiale. Ha passato gran parte della sua vita... racchetta alla mano. Ex campionessa nazionale di tennis e internazionale con la squadra della Fed Cup, è senza dubbio la migliore giocatrice di padel portoghese di sempre, trovando in questo sport – se pur tardi – un vero stile di vita.“Nogui” è l'unica portoghese insieme all’emergente connazionale Sofia Araújo (n.19 del ranking) ad essere nell'élite femminile del circuito WPT. Anche per questa stagione ha confermato il suo rapporto con Volt, azienda ovviamente portoghese, nata nel 2016 e conosciuta anche per il suo design unico. Confessa che si allena di meno rispetto a quando giocava a tennis, ma certamente il tipo di giornata è ugualmente molto impegnativa tra allenamenti, preparazione fisica e sedute di fisioterapia. Gioca in coppia con la spagnola Marina Martìnez Lobo e vanta al suo attivo 246 partite, con una percentuale di vittorie (131) pari al 53%. Prima di conoscerla meglio, è doverosa una piccola nota sul Portogallo. Anche qui, come in altri Paesi europei, è scoppiato il “boom” del padel (60% uomini e 40% donne) e lo dimostrano le prenotazioni che sono raddoppiate in un anno. Le partite si concentrano soprattutto nell’area di Lisbona, seguita da Porto e Cascais. I giocatori preferiscono affrontarsi per il 70% in strutture indoor, particolare che lascia pensare considerato l’ottimo clima che qui vige tutto l’anno.

Quando hai iniziato a giocarea padel?

"Nel 2010".

Cosa ti piace di questo sport?

"Giocare è fantastico e poi la socializzazione e l'incontro con persone sempre nuove, oltre a viaggiare alla scoperta di località che non conoscevo".

A che età sei diventata professionista?

"A 36 anni".

La partita indimenticabile?

"La semifinale al WPT del Master di Madrid del 2019 che abbiamo vinto, dopo essere state sotto di 16 punti".

Di tutte le compagne che hai avuto, cosa ti ha colpito di ognuna di loro?

"L'esplosività di Paula Josemaria, l'esperienza e la tattica di Vale Pavon, la visione di Delfi Brea e la potenza di Sofia Araújo".

Se dovessi allenare una coppia maschile ed una femminile?

"Belasteguin e Lima, mentre per le donne Salazar e Icardo".

Hai un rimpianto in particolare nella tua carriera?

"Sì, purtroppo ho iniziato troppo tardi a giocare a padel".

Sei soddisfatta del 2021 o potevi fare di più?

"È stato un anno positivo e sono soddisfatta del titolo nel Challenger WPT di Albacete".

Quali sono le tue aspettative per questa stagione?

"Terminare tra le top 30 del WPT e conquistare il titolo di campione del Portogallo".

Pregi e difetti?

"Tanta disciplina e come difetto, sono troppo perfezionista".

Colpo preferito e dove migliorare?

"Il mio colpo migliore è la volée, mentre devo migliorare l’intensità e la potenza nello smash".

Ci parli della tua racchetta?

"Gioco con la Volt 900; mi piace la sua potenza e la superficie ruvida e sabbiosa, che mi permette di fare degli ottimi colpi ad effetto".

Cosa fai nel tempo libero e quali sono i tuoi hobby?

"Leggo, mi piace passeggiare al mare ed in montagna e quandoè possibile anche viaggiare e praticare altri sport".

Cosa ne pensi del padel italiano e nel mondo?

"L'Italia sta andando molto forte con un numero sempre maggiore di giocatori, mentre la crescita in generale nel mondo è fenomenale e tutto questo è fantastico per il nostro sport".

Credi che nel breve periodo ci sarà una crescita del livello in Portogallo?

"Abbiamo le condizioni per far emergere sempre più giocatori di alto livello. Il padel in Portogallo ha ancora molto spazio per crescere, soprattutto nelle squadre più giovani, puntando sugli allenamenti. Altro fattore su cui lavorare è quello di migliorare il livello di conoscenza sul territorio. I media dovrebbero dare più spazio al padel e parlarne costantemente, per fare in modo che un pubblico sempre più vasto conosca questo sport".

Sogno nel cassetto?

"Fare un’altra finale al WPT". 

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