Di Mauro: "Fit ha fatto un gran lavoro, ora arriveranno i risultati"

Il coordinatore Fit del settore under 16 femminile è ottimista: "Il Padel ricorda il nostro tennis di 15 anni fa: c'era confusione, poi è diventato un sistema eccellente"
Di Mauro: "Fit ha fatto un gran lavoro, ora arriveranno i risultati"

TORINO - É l'espressione perfetta di un settore tecnico sempre al lavoro, tra formazione e nuovi obiettivi, all'interno di un movimento in grande crescita. Lui è Germano Di Mauro, coordinatore Fit del settore under 16 femminile e istruttore di lungo corso. Cinquantotto anni, da tempo è un punto di riferimento dal punto di vista della formazione anche nel padel. È stato a Bologna al seguito della comitiva azzurra di Coppa Davis. «Abbiamo una bella squadra e soprattutto giovane, possiamo puntare al bersaglio grosso nel giro di poco tempo», dice il tecnico nazionale, prima di affrontare altri temi. Uno, molto caldo, è quello legato ai corsi per diventare istruttori di padel. Sulla "presunta" confusione tra enti di promozione sportiva e la Federazione, Di Mauro chiarisce: «È la Fit che certifica i corsi per il conseguimento della qualifica di istruttore di primo livello di padel. Per quanto riguarda invece il passaggio da giocatore a istruttore, voglio sottolineare che questo procedimento non è assolutamente lento. Anzi, lo ritengo abbastanza snello. Al corso di primo grado si accede con una classifica minima oppure con una prova di gioco. Quello di secondo grado prevede invece degli step successivi, legati non solo alla classifica, ma anche a una formazione articolata sotto diversi punti di vista. Stiamo cercando di mettere ordine per migliorare e fare crescere tutti gli aspetti di questo sistema».

Talenti siciliani

Germano Di Mauro è nato a Siracusa da una famiglia di tennisti. Ha girato il mondo con i suoi fratelli: Fabio, maestro, e Alessio, mancino classe '77 specialista della terra rossa con un'ottima carriera da giocatore alle spalle, anche grazie agli insegnamenti del fratello maggiore Germano. «Ho un trascorso tennistico - prosegue il tecnico - la mia è stata una buona attività giovanile. Fabio è diventato giocatore di prima categoria nazionale, io invece sono arrivato a ridosso. Il percorso formativo ci ha consentito di conoscere meglio il mondo del tennis, in quegli anni eravamo dei pionieri in Sicilia e abbiamo aperto la strada a tanti ragazzi. Ho avuto la possibilità di fare crescere mio fratello Alessio fino ai 18 anni, fino a quando l'ho “affidato” al tecnico Fabio Rizzo e alla fine sono stato dietro le quinte a gestire anche la programmazione ». Alessio Di Mauro una quindicina di anni fa è stato capace di arrampicarsi fino al numero 68 della classifica mondiale, di strappare una convocazione in Coppa Davis e arrivare in finale a Buenos Aires. «Abbiamo fatto vedere che anche un siciliano può fare tennis a un certo livello, tanti giovani si sono avvicinati a questo sport - puntualizza Germano Di Mauro - a un certo punto mio fratello ha avuto una grande maturazione ed è riuscito a crescere dal punto di vista tattico. Dopo quella con Alessio ho avuto, da tecnico, tantissime esperienze. Ho guidato ad esempio il Circolo del Tennis di Palermo, poi ho iniziato ad avere dei ruoli nei quadri federali, prima in Sicilia e poi a livello nazionale. Oggi sono coordinatore nazionale femminile del settore under 16 e una figura di riferimento nella formazione».

Il Padel come il Tennis

Dal tennis al padel, due sport con diverse analogie e grandi prospettive. «In questo momento al movimento del padel sta succedendo quello che è capitato con il tennis quindici anni fa. È una situazione praticamente uguale. Ricordo che ai tempi c'era molta confusione, la Federazione poi ha puntato sulla formazione e ha messo ordine e adesso il nostro sistema è invidiato da tante federazioni. Ad esempio l'Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” è un punto di riferimento a livello mondiale. I risultati che stiamo ottenendo non sono affatto casuali ma frutto di un percorso. Con il padel sta succedendo la stessa cosa. Inizialmente abbiamo visto grande confusione, quasi anarchia, ma piano piano stiamo mettendo ordine dal punto di vista formativo e tecnico e tra qualche anno si vedranno i frutti. Già ora ci sono piccoli segnali. C'è da dire che scontiamo un gap con paesi come Argentina e Spagna che vantano nei nostri confronti un grande vantaggio in termini di anni. Ci stiamo impegnando molto con i corsi di formazione, ci dedichiamo alla tattica e alla tecnica e tra non molto avremo giocatori di livello internazionale».

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