Carlos Cabeza: «Una vita tra sport yoga e...Milano»

L'intervista allo spagnolo: l’amore per la gabbia, scoperto da piccolo, ma anche per la disciplina orientale, che lo aiuta in campo
Carlos Cabeza: «Una vita tra sport yoga e...Milano»

Nato a Malaga il 27 giugno del 1996, Carlos Cabeza è un giocatore che fa della disciplina e della perseveranza i suoi cavalli di battaglia. Nel 2024 tornerà a giocare definitivamente a sinistra, posizione che privilegia in campo e che gli permetterà, a detta di molti tra gli addetti ai lavori, di scalare numerose posizioni in classifica. Si è appassionato di yoga quando ha capito che gli avrebbe permesso di concentrarsi maggiormente anche in campo. Dopo una breve esperienza nel WPT, ha deciso di dedicarsi totalmente ai circuiti FIP e Premier Padel. Attualmente ricopre la posizione n. 90 in classifica.

Come hai iniziato?

«A Malaga, grazie ai miei genitori, che mi hanno spinto e incoraggiato a fare sport. A 8 anni ho scoperto il padel e da allora la mia vita è cambiata. Il padel ha avuto un ruolo formativo fondamentale nella mia vita, insegnandomi la costanza e un grande spirito di sacrificio». E poi? «Ho iniziato la mia carriera a 12 anni nei tornei regionali e poi nel circuito nazionale spagnolo, avendo la fortuna di aver avuto compagni del calibro di Gaspar, Benitez, Gonzales e Galan. Alejandro, che oltre
ad essere un mio amico e grande campione, è stato un forte stimolo per me per impegnarmi e crederci sempre».

Perché venire a vivere a Milano?

«È stato quasi un colpo di fulmine, mi sono sentito subito a casa. Qui a Milano ho trovato una seconda famiglia, apprezzo la simpatia e la disponibilità delle persone, la vivacità della vita milanese e la facilità con tanti aeroporti di poter andare a giocare in qualsiasi posto nel mondo».

Parlaci della tua alimentazione.

«È la vera benzina nel motore della mia vita di atleta. Ovviamente è tutto ben bilanciato tra macro e micro nutrienti e anche l’idratazione gioca un ruolo fondamentale. Purtroppo devo evitare i dolci, che sono il mio punto debole, però tutti i sacrifici sono ben ricompensati».

Obiettivi del prossimo anno?

«Innanzitutto voglio tornare a giocare a sinistra, è molto più stimolante e mi permette di sfruttare meglio le mie caratteristiche di gioco, mentre agonisticamente parlando, sono ancora giovane e le mie aspettative sono quelle di crescere molto nel ranking FIP».

Giochi con una Dunlop e sappiamo che la tua scelta è stata generata da un aneddoto, quale?

«Quando avevo 12 anni mio cugino mi ha fatto provare una loro racchetta e con quella ho vinto un campionato regionale in Andalusia, per me è stato un segno e mi sono ripromesso che avrei continuato a giocare con loro e così è stato. Non si tratta solo di uno sponsor, ma molto di più, sono sempre stati al mio fianco, anche nei momenti più difficili e di maggiore vulnerabilità».

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