Nato a Madrid il 6 dicembre del 1997, Jaime Fermosell è entrato da 4 anni a competere nel circuito professionistico di padel, dopo un brillante passato nel tennis. Nel 2021 si è messo subito in luce, dimostrando di voler scalare velocemente posizioni, passando dalla n.335 alla top 100 del ranking mondiale. Attualmente è n.69 della classifica WPT e n.104 in quella della FIP. Gioca in coppia con José Solano Marmolejo e vanta al suo attivo 154 partite, di cui 93 vinte, pari al 60%. In moltissimi dicono che il vero Jaime, che già al momento si sta mettendo in mostra, lo scopriremo nei prossimi anni e sarà un’ottima scelta anche per il compagno che lo affiancherà.
Quali aspettative avete per questo finale di stagione?
«Poter mostrare tutto il nostro potenziale sia a livello individuale che di coppia».
Può tracciare un bilancio di quest'anno? E cosa ne pensa di tutti questi circuiti?
«È stato un anno complicato mentalmente e fisicamente a causa dei tanti tornei, ma allo stesso tempo positivo in termini di prospettive di crescita e risultati ottenuti, anche a livello di montepremi che cominciano a essere interessanti».
Se fosse un agente, su quali giovani punterebbe?
«David Gala e Daniel Santigosa».
Indoor o outdoor?
«Preferisco giocare al chiuso. È tutto molto più pulito e bello anche per gli spettatori, perché non ci sono fattori esterni che influenzano il gioco».
Quali sono i tre migliori giocatori della storia del padel nelle categorie maschile e femminile?
«Fernando Belasteguín, Pablo Lima e Juan Martin Díaz, mentre nelle donne Carolina Navarro, Gemma Triay e Marta Marrero».
Ci parla del suo coach e cosa apprezza di lui.
«Mi allena Manuel Martin Reina. Ciò che mi colpisce di più è il suo coinvolgimento e la sua preoccupazione per il benessere di noi giocatori».
Nei vostri allenamenti ci sono sessioni di studio con aspetti tecnici e tattici in cui analizzate le vostre partite e quelle dei vostri avversari?
«Sì, nell'accademia Manu Martin abbiamo programmi che misurano e analizzano tutti questi aspetti».
Se potesse "rubare" un colpo?
«La pegada di Tapia. Con il suo smash risolve situazioni complicate e sempre in modo efficace».
Tre consigli da dare a un giocatore amatoriale?
«Serve capacità di imparare, un buon atteggiamento di fronte alle difficoltà e non perdere mai il desiderio di migliorare».
Se non avesse giocato a padel?
«Mi sarebbe piaciuto avere un negozio di pesca».
Cosa manca a questo sport per diffondersi nel mondo anglosassone e asiatico?
«Semplicemente il tempo. È uno sport che attira e piace a tutti quelli che lo provano».
Quale racchetta utilizza e quali sono i suoi sponsor?
«SIUX è il mio sponsor principale attraverso l’abbigliamento e la racchetta, gioco con la SIUX Trilogy Attack 2. Per le scarpe mi avvalgo di Mizuno».
Sogno nel cassetto?
«Diventare una delle migliori coppie del mondo».