Gonzalo “Godo” Díaz: "Coppia vincente? La fretta è nemica"

L'ex giocatore e oggi allenatore racconta il suo approccio in campo: "Servono tempo, equilibrio e lavoro sull’aspetto emotivo"
Gonzalo “Godo” Díaz: "Coppia vincente? La fretta è nemica"

Gonzalo Díaz, conosciuto da tutti come Godo, è nato a Buenos Aires il 28 aprile 1980. Fratello minore del campione Matías Díaz, è stato un giocatore professionista. Ha iniziato a giocare all’età di 11 anni, seguito dal padre Roberto ed è stato anche tra i primi 50 del ranking con diversi Challenge vinti nel circuito del WPT.

Perché diventare un allenatore?

"Sono figlio di Roberto Díaz, che aveva alcune scuole di padel negli anni '90 dove insegnava e così, dopo aver smesso di giocare, è stato più facile e veloce per me diventare un allenatore, con un padre che mi ha sempre aiutato a crescere. Per quanto riguarda i miei obiettivi, ora sono direttore del Los Reales Sport Club a Estepona, in Spagna, e l'idea è di far crescere il club e la scuola".

Quale metodo utilizza per creare una coppia vincente?

"Lavoro tutta la settimana a ritmi serrati così che la coppia si adatti tra di sé per dare il massimo in campo".

Cosa pensa dei continui cambi di partner?

"Beh, penso che ci sia molta superficialità in alcuni giocatori. Si perdono due tornei e già si vuole cambiare, quando invece per fare una squadra ci vuole più tempo e bisogna investire e crederci".

Come si fa a mantenere l’equilibrio all’interno del team?

"Credo che l'equilibrio e la questione emotiva siano sempre più oggetto di studio da parte di psicologi che aiutano molto i giocatori. In tal senso il mental coach è fondamentale nella coppia e ormai l'80% dei giocatori ne ha uno".

Il padel sta diventando sempre più un gioco di potenza, cosa ne pensa?

"Sì, questo accade soprattutto a seconda del terreno su cui si gioca ed è spesso divertente vedere come sta evolvendo il gioco rendendolo sempre più spettacolare".

Il ricordo più bello della sua carriera? E il peggiore?

"Partecipare ad un Master con Lucho Capra alla fine della stagione è stato davvero fantastico, mentre i peggiori, qualche infortunio di troppo, ma se devo essere sincero, me la sono proprio goduta la mia carriera da giocatore".

Qual è il miglior torneo a cui ha partecipato, anche in termini di ospitalità, e perché?

"Il Premier di Roma ed è stato pazzesco, c'era tutto: location, ospitalità ed ottimi servizi per noi giocatori quali la palestra, sala da pranzo, area relax. Anche il WPT di Monaco all'epoca è stato un sogno, sia per la città che per il trattamento ricevuto ed anche perché ho raggiunto le semifinali (ride, ndr)".

Cosa cambierebbe di questo sport?

"Nulla".

Cosa farebbe per far crescere questo sport nel mondo?

"Penso che stia andando nella giusta direzione, è cresciuto molto negli ultimi anni e speriamo che le federazioni facciano il resto. Penso anche al fatto che le diverse celebrità di tutto il mondo che lo praticano abbiano contribuito ulteriormente alla sua promozione".

Se non avesse lavorato nel padel, cosa le sarebbe piaciuto fare?

"Bella domanda, sicuramente qualcosa sempre nello sport, dato che a casa mia abbiamo frequentato tutti l’INEF".

Ha qualche sogno?

"Essere felice e stare sempre in buona salute".

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