Il ricordo più bello della sua carriera? E il peggiore?
«Senza dubbio la Coppa del Mondo vinta in Paraguay, è stata una grande gioia. Non ho ricordi brutti, mi dispiace solo che non riesco a vedere spesso i miei genitori, avendo da gestire da oltre 10 anni una scuola con più di 200 bambini e ragazzi».
Cosa cambierebbe in questo sport?
«A livello di minori non mi piace il continuo cambio di partner, metterei una regola per cui si può cambiare partner solo una volta all'anno, in questo modo credo che si promuovano maggiormente i valori».
Cosa farebbe per far crescere questo sport nel mondo?
«Tutto dipende dagli sponsor, dalle aziende e dalle federazioni. Resta fondamentale raggiungere sempre più accordi con le televisioni, per diffonderlo nel mondo».
Il suo punto di forza?
«Non mi accontento mai, sono uno che vive di visioni, progetti e se volete di illusioni, in pratica sono sempre alla ricerca di nuove motivazioni».
Se non avesse lavorato nel padel, cosa avrebbe fatto?
«Prima del padel facevo il contabile, era un lavoro che amavo».
Ha dei sogni?
«Chi non li ha. Più che sognare, penso che ogni giorno possa essere il più bello della mia vita e cerco di godermi ogni momento. Come diceva Marco Aurelio, la felicità si trova nella qualità dei tuoi pensieri».