Padel, modello Gutiérrez: tra tecnica e tattica

Parla l'allenatore della Nazionale spagnola maschile: "Il mio obiettivo è far crescere i giocatori sotto ogni aspetto, soprattutto quello emotivo. E la comunicazione è decisiva"
Padel, modello Gutiérrez: tra tecnica e tattica

Tecnica, formazione, tattica e un modello vincente da emulare. Juanjo Gutiérrez, attuale allenatore della nazionale spagnola maschile, è un personaggio che ha fatto la storia di questo sport, dentro e fuori dal campo, con una bacheca piena di trofei nazionali e internazionali: da giocatore quattro titoli europei con la nazionale spagnola e da allenatore il Mondiale a squadre a Doha nel 2021.

Perché diventare un coach?

"È stata una decisione naturale maturata qualche anno fa, quando ancora giocavo".

Quale metodo utilizza per combinare le qualità di un giocatore con il gioco del suo partner?

"Innanzitutto bisogna stabilire una comunicazione fluida tra i due per definire quale schema di gioco intendono sviluppare, nonché stabilire il ruolo di ciascuno per valorizzarlo anche mentalmente in campo".

Come mantenere l’equilibrio all’interno del team?

"Con il rispetto e l’umiltà diventa tutto più facile e si riesce a gestire la comunicazione sia nel bene che nel male".

Cosa pensa dei continui cambi di partner?

"È una questione complessa. Se guardiamo l’aspetto del business e dello spettacolo, non è positivo per gli sponsor e il pubblico. Dall’altra se vediamo la parte agonistica, se due giocatori non si trovano è complicato andare avanti".

Il padel sta diventando sempre più un gioco di potenza?

"Certo, se guardiamo i primi 50 del ranking, oggi il gioco richiede risorse tecniche e controllo, la coppia Di Nenno e Stupaczuk ne è un esempio".

Ritiene importante la figura del mental coach?

"Fondamentale e lo diventerà sempre di più per migliorare le capacità tecniche e fisiche di ogni giocatore".

Il ricordo più bello della sua carriera?

"La Coppa del Mondo a Doha nel 2021, è stata una sensazione difficile da descrivere, decisamente straordinaria".

Cosa farebbe per far crescere questo sport nel mondo?

"Si sta evolvendo molto bene, ma è fondamentale continuare a costruire campi da gioco, rafforzando la promozione sui giovani e la formazione di allenatori, in modo che possano insegnare in quei paesi in cui è meno sviluppato. Inoltre il marketing è determinante e si dovrebbero organizzare degli eventi in piazza nelle principali città, montando dei campi temporanei per esibizioni e lezioni e far conoscere questo fantastico sport".

Se non avesse lavorato nel padel?

"Avrei fatto sempre qualcosa legato al mondo dello sport".

Quali sono i suoi obiettivi futuri?

"Continuare a far evolvere i giocatori che seguo sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, fisico, ma soprattutto emotivo".

Ha dei sogni?

"Sì, ma li tengo segreti per me (ride, ndi)".

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