Mondiali rugby Irlanda-Italia, dubbio Parisse: «Al 70% giocherà»

Il medico azzurro crede nel rientro del capitano mentre per Ghiraldini ci sono poche chances

LONDRA (INGHILTERRA) - L'Italia ritrova capitan Sergio Parisse nella prima giornata di preparazione alla partita di domenica contro l'Irlanda all'Olimpico di Londra, terza e decisiva sfida dei Mondiali per gli azzurri che, in caso di risultato positivo, potrebbero apporre una seria ipoteca sul passaggio del turno e quindi l'approdo ai quarti di finale. Il numero otto e leader della nazionale, operato all'inizio del mese al polpaccio sinistro per il drenaggio di un ematoma conseguente ad un trauma di gioco riportato nel test estivo di Cardiff contro il Galles, ha raggiunto il raduno di Cobham, proveniente da Parigi: giusto il tempo per lasciare i bagagli in hotel e Parisse ha subito raggiunto i compagni sul campo del Cobham Rugby Football Club, assistendo alle battute finali della seduta collettiva mattutina.

SPECIALE MONDIALE RUGBY - IRLANDA-ITALIA DOMENICA ALLE 17.45

LAVORO DIFFERENZIATO - Nel pomeriggio, per lui, lavoro differenziato sul campo e palestra mentre Leonardo Ghiraldini, uscito a metà del secondo tempo a Leeds nella vittoria contro il Canada, si è diviso tra piscina e terapie. "Ghiraldini - ha spiegato il medico azzurro Vincenzo Ieracitano - ha riportato una lesione di primo grado ai flessori della gamba destra. Al momento lavora a parte e prosegue le terapie del caso e, se tra oggi e giovedì dovesse evidenziare un netto miglioramento, potremmo valutare un'accelerazione del processo riabilitativo in funzione di un suo impiego contro gli irlandesi". Quanto a Parisse, Ieracitano ha spiegato che "comincerà a lavorare in gruppo con la squadra da domani, per poi sottoporsi nei prossimi giorni ad un nuovo controllo ecografico che potrà risultare risolutivo per la sua disponibilità nella partita di domenica. Comunque ci sono sensazioni positive, Sergio ha il 70% di possibilità di scendere in campo contro l'Irlanda, ma la risposta verrà giovedì dopo l'ultima ecografia. Il 30% di dubbio è più atletico che medico: in sostanza dobbiamo essere sicuri che un atleta fermo da quasi un mese sia in grado di affrontare un match di altissimo livello come quello che ci attende contro gli irlandesi".

 

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