Italrugby, intervista a Padovani: "Sud Africa favorito, ma..."

Edoardo era in campo nella vittoria del 2016: "Stavolta sono tutt’altra formazione rispetto a sei anni fa, sono più fiduciosi nonostante le due sconfitte e sul piano fisico sono praticamente imbattibili"
Italrugby, intervista a Padovani: "Sud Africa favorito, ma..."

Edoardo Padovani aveva la maglia numero 15 (estremo). Sei anni fa quando entrò in campo a Firenze per sfidare il Sud Africa, aveva solo 4 caps, (oggi ne conta 38) e, come tutti, sperava di non soccombere davanti allo strapotere degli Springbok. Era il 19 novembre del 2016. Padovani al 30’ del primo tempo segnò 3 punti dalla piazzola e uscì dall’Artemio Franchi di Firenze come “man of the match”. Esattamente sei anni dopo Edoardo Padovani oggi si accomoda in panchina con il numero 22, del quindici di allora guidato da Conor O’Shea sono rimasti anche Tommaso Allan (partirà titolare), Marco Fuser (in tribuna) e Simone Ferrari (in panchina). Di acqua sotto i ponti, come si dice in gergo, ne è trascorsa parecchio, Edoardo ha cambiato casacca più volte passando dalle Zebre al Tolone, dove sostituì il mitico estremo gallese Leigh Halfpenny, ma dopo 6 mesi tornò nuovamente a Parma (solo 4 presenze nel Top 14), dal 2020 veste i colori del Benetton, dove ha trovato la serenità per continuare a giocare ad alti livelli. Una settimana fa l’azzurro nel match contro l’Australia al 74’ era pronto per battere un calcio piazzato: «Pesava moltissimo quel pallone - dice sorridendo, il ragazzo di 29 anni veneziano (m.1,91x 95kg) - si vinceva di 3 punti, e prima ne avevo fallito un altro, più lontano dai pali, ma tutt’altro che difficile. Quando ho visto l’ovale infilarsi nell’acca è scomparso anche quel maledetto fastidio al piede destro, con il quale calcio, che mi sono infortunato a Edinburgo in URC e non mi ha permesso di potermi schierare anche contro Samoa».

Oggi partirà dalla panchina con molte possibilità di entrare in campo. Cosa ricorda della vittoria di allora contro il Sud Africa?
«Giocavo estremo, che tutto sommato è il ruolo che prediligo, come pure quello di ala. Ricordo lo stadio di Firenze letteralmente infuocato, il cosiddetto uomo in più in campo, ci trascinava verso la linea di meta. Una cosa mai vista».

Loro non giocarono una partita perfetta, commisero molto errori.
«Si, lo ricordo bene, questa volta mi paiono però tutta un’altra formazione, basta vedere gli elementi che la compongono. Sono più fiduciosi, al di là delle due sconfitte patite, sul piano fisico sono quasi imbattibili, buttano palle alte in avanti e cercano la lotta. Senza considerare la regia dove Paf de Klerk, pur essendo piccolo e tozzo è uno dei migliori al mondo come mediano di mischia».

È in lizza per le quattro miglior mete del 2022.
«Sono felicissimo, è la meta con la quale abbiamo battuto il Galles, nell’ultimo match del Sei Nazioni, lo slalom di Ange Capuozzo, il suo splendido passaggio, ho depositato l’ovale tra i pali. Un momento indescrivibile. Domenica mattina io e Ange (in lizza come migliore promessa) da Genova andremo a Montecarlo dove da tre anni si assegnano i premi del World Rugby Award. Una sfilata di grandissimi personaggi. Sarei ancora più felice se ci andassi con un risultato positivo, il che non significa vincere, ma portare a casa una prestazione da incorniciare, occorre avere costanza nelle prestazioni. Perdere contro gli uomini della Rainbow Nation ci sta, loro sono i favoriti, molto dipende pure da noi. Hai visto mai».

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