Lamaro, quelle parole che ti fanno amare l’Italrugby

Terza linea e capitano degli azzurri dal novembre 2021, Michele indica la strada per andare incontro ai Giganti senza paura
Lamaro, quelle parole che ti fanno amare l’Italrugby

Nella storia della Nazionale, mai una vittoria era stata ottenuta dopo essere andati al riposo in svantaggio di dieci punti. Invece, con l'Uruguay, nella seconda partita dei Mondiali in corso in Francia, l'Italrugby alla fine ha ribaltato tutto, ha vinto 38 a 17, ha inanellato il secondo successo consecutivo dopo aver battuto la Namibia (52-8), qualificandosi già per il torneo iridato del 2027. Ora gli azzurri si preparano ad affrontare gli All Blacks (29 settembre) e la Francia (6 ottobre), come dire Davide contro Golia, considerate le due superpotenze della pallaovale e considerato che ai quarti passano le prime due del girone. Eppure, c'è un ragazzo romano di venticinque anni, terza linea e capitano degli azzurri dal novembre 2021, che indica la strada per andare incontro ai Giganti senza paura.

Si chiama Michele Lamaro. Il discorso che ha tenuto alla squadra prima di scendere in campo contro l'Uruguay ha fatto il giro del web e, senza ombra di dubbio, è uno dei più efficaci spot promozionali che la Federazione italiana rugby potesse mai realizzare. D'altra parte, l'hashtag che l'accompagna è eloquente: #passioneitaliana. A Lamaro sono bastati cinquantaquattro secondi per trasmetterla ai compagni di squadra e al mondo: "Raga, tutto quello che facciamo è per questi 80 minuti. Lo sapete meglio di me: tutti i dettagli che mettiamo, tutti i margini che andiamo a migliorare, tutte le piccole cose che facciamo, sono tutti per riportarli in questi 80 minuti. Ok? Perché ognuno di noi può far accadere qualcosa di grande. Ognuno di noi ha la possibilità di far accadere qualcosa di grande dentro al campo. Gasiamoci a vicenda, l'uno ispira l’altro. Con quello che facciamo, con la disciplina. Andiamo là fuori e dimostriamolo. Flush, ti vedo quanto sei emozionato, fratello. Noi ti seguiamo ovunque tu sarai, okay? Seba, è il tuo giorno, perché tutti e 32 combattiamo per te. Fede stessa cosa.  Petty, facciamo che questo giorno sia nostro per sempre. Insieme, come una famiglia! Quindi vi chiedo soltanto una cosa oggi: usciamo in campo e divertiamoci l'uno con l'altro, Divertiamoci in questo, divertiamoci a passare quella palla, divertiamoci a vedere Morris che va in meta. Io mi diverto per voi!".

L'urlo collettivo ha preceduto l'uscita sul campo prima che l'emozione, le lacrime, la commozione prendessero il sopravvento durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli, come se le parole del Capitano fossero state una scarica di adrenalina prima della seconda. Ha scritto Carlo Gobbi, cantore assoluto del rugby (139 test match), eccellente collega della Gazzetta dello Sport, scomparso nei giorni scorsi: "Un antico detto irlandese recita: merita il paradiso chi ha giocato in prima linea, perchè l’inferno lo ha già avuto in terra. Per la terza è inutile, perchè il meglio della vita lo ha già goduto col rugby". Lamaro può confermare.

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