Haka, un brivido magico per Torino nuova capitale

Dopo la festa delle Atp Finals, la città conferma, con gli All Blacks, la vocazione a ospitare eventi mondiali. All’Allianz Stadium il boato per l’Inno di Mameli che diventa un canto e si trasforma in silenzio quando il mediano Perenara dà il via alla danza

TORINO - Dai maestri della racchetta a quelli della palla ovale. Dallo sport che esalta l’individualità del campione a quello che rappresenta l’apogeo del collettivo, del “noi” al servizio del gruppo. Torino, nuova capitale dello sport mondiale, si specchia, a una settimana di distanza dalle Atp Finals, in un altro evento epocale. Ieri sera all’Allianz Stadium, la casa della Juventus, sono sbarcati gli All Blacks, la nazionale della Nuova Zelanda, il team rugbistico più iconico al mondo, ma pure un brand dal valore economico di 282 milioni di dollari e con una awareness (conoscenza del marchio) planetaria. I kiwi fanno tendenza anche in questi anni di ricambio generazionale in cui hanno vinto un po' di meno e non hanno da portare sul proscenio giocatori star system come, in passato, Jonah Lomu, Dan Carter e Richie McCaw. Il mito dei tuttineri, la fascinazione che sprigiona ogni loro apparizione – perché la Nuova Zelanda non è solo business ma grandi gesti atletici, passione, orgoglio, senso di appartenenza – hanno preso sembianze in carne e ossa all’Allianz Stadium per il test-match novembrino contro l’Italia nell’inedita scenografia dello stadio paradigma della juventinità e del calcio mondiale.

Giornata storica a Torino: ci sono gli All Blacks

Probabilmente parecchi dei 40mila presenti ieri allo Stadium sapevano poco dei giocatori kiwi e ne conoscevano qualcuno in più dell’Italia, ma sono arrivati all’Allianz per l’haka, per applaudire le giocate spettacolari dei funamboli australi e per sostenere con il tifo la stoica resilienza dell’Italia, ispirata dal “fino alla fine” marchio di fabbrica dello Stadium. Per l’intera giornata, l’area della Continassa è stata presa d’assalto da sportivi provenienti da tutta Italia e da Francia e Svizzera: persone di ogni età, soprattutto famiglie e giovani. Traffico in tilt attorno alla Continassa dalle 18. Dentro allo stadio, freddo pungente ma tante voci a scaldare l’ambiente, con la musica a rendere vibrante il pre-partita. I decibel si sono alzati con la comparsata di Alex Del Piero, omaggiato di una maglia della nazionale ad personam, ovviamente con il n. 10, da Michele Lamaro, capitano azzurro infortunato: "Il calcio sta prendendo degli aspetti del rugby, in particolar modo da quello a 7, che riguardano la preparazione fisica. Il rugby mi piace, ho seguito l’epopea dei grandi All Blacks e sono rimasto un appassionato".

Lo spettacolo dall'Haka nel silenzio dello Stadium

In tribuna hanno preso posto il presidente della Juve, Gianluca Ferrero –che aveva accolto con un abbraccio il capitano italiano di giornata, Nacho Brex - e il ministro Luca Ciriani. Alle 21.05 l’entrata in campo di Italia e Nuova Zelanda. Il boato che si è fatto assordante ed è diventato un coro all’unisono per l’Inno di Mameli interpretato dall’ex azzurro Dennis Dallan. Poi, come per osmosi naturale, si è tramutato in silenzio tombale quando il mediano di mischia all black TJ Perenara ha dato il via alla haka. Un rito laico per noi e sacro per loro - soprattutto in queste settimane in cui la danza maori in Nuova Zelanda ha assunto un valore politico ed è stata usata in Parlamento per difendere i diritti delle popolazioni indigene - che ha attivato 40mila smartphone, ma senza rumori e fastidiosi contorni. Ha messo i brividi, ha emozionato la “ka mate”, la versione classica della Haka: è un urlo di vita, è un urlo di lotta. Un applauso scrosciante, ma composto ne ha accompagnato la chiusura, prima del grande show di Italia-Nuova Zelanda.

Il cuore degli azzurri frena gli All Blacks

Applausi per tutti, ma un’ovazione per l’Italia. Giusto il tributo riservato dai 41mila dell’Allianz Stadium agli azzurri del ct Gonzalo Quesada che hanno fatto penare la Nuova Zelanda, vincitrice per 11-29 solo sulla lunga distanza e tra grandi sofferenze. L’Italrugby ha offerto, infatti, la migliore prestazione delle Autumn Nations Series, vendicando, nei contenuti tecnici e tattici, la disfatta del mondiale 2023 in Francia, quando fu umiliata dagli All Blacks per 96-17. Ben altra partita quella di ieri nella fredda sera della Continassa, in cui l’Italia ha tenuto testa con personalità, aggressività (in touche e mischia e con la difesa) al XV australe, apparso stanco e compassato dopo le battaglie novembrine con Inghilterra e Francia. Quella dei “tutti neri” doveva essere una tempesta (metafora di Quesada alla vigilia), ma si è rivelata una pioggerella per merito di Brex e compagni. Il vero spettacolo lo ha dato l’Italia che nel primo tempo si è portata due volte avanti con i piazzati di Paolo Garbisi. Gli All Blacks hanno dato il meglio di sé quando sono stati messi alle corde: nel primo tempo mete di Roigard con un uomo in meno (giallo a Scott Barrett) e con un break dell’estremo Jordan, scelto come MVP. Poi a inizio ripresa i kiwi sono usciti indenni da una martellante multi fase degli azzurri a tre metri dell’area di meta avviata da Ange Capuozzo. Anche questa volta, l’Italia non ha saputo concretizzare il fatto di essere in 15 contro 14. Come contro la Georgia, ci è mancata la finalizzazione. Nel finale, la Nuova Zelanda ha allungato con la meta Tele’a prima della meritata marcatura azzurra al 75’ di Menoncello e di quella conclusiva per i kiwi di Beauden Barrett. ITALIA-N.ZELANDA 11-29 (6-17) Marcatori: PT 11’ cp Garbisi (3-0); 14’ cp B. Barrett (3-3); 16’ cp Garbisi (6-3); 23’ m. Roigard, t. B. Barrett (6-10); 38’ m. Jordan, t. B. Barrett (6-17). ST 69’ m. Tele’a, t. B. Barrett (6-24); 75’ m. Menoncello, nt (11-24); 78’ m. B. Barrett, nt (11-29) Italia: Capuozzo (66’ Riccioni), Trulla (71’ Zanon), Brex (C), Menoncello, Ioane, Paolo Garbisi (77’ Marin), Page-Relo (54’ A. Garbisi), Vintcent, Zuliani (68’ Izekor), Negri,Lamb (65’ Ruzza; 74’ Lamb), Ruzza (51’ N. Cannone), Riccioni (43’ Ferrari), Lucchesi (51’ Nicotera), Fischetti (61’ Spagnolo). Coach: Quesada Nuova Zelanda: Jordan, Tele’a, Rieko Ioane, Lienert-Brown (61’ Havili), Clarke (61’ McKenzie), Beauden Barrett,Roigard (57’ Perenara), Savea, 7 Cane (66’ Lakai), Sititi, Tuipulotu (51’ Vaa’i), Scott Barrett (C), Lomax (54’ Newell), Taylor (50’ Aumua), de Groot (51’ Tu’ungafasi). Coach: Scott Robertson Arbitro: Pierre Brousset (FFR). 

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