© FederugbyIl capitano dei Cóndores Clemente Saavedra racconta aspettative, emozioni e prospettive della squadra sudamericana, attesa per una sfida inedita, la prima nella storia delle due nazionali. L’incontro tra Italia e Cile, in programma venerdì 22 novembre alle 21.10 allo stadio Ferraris di Genova concluderà le Quilter Nations Series dell’Italia, che prima della sfida ai sudamericani affronterà Australia e Sudafrica, rispettivamente l’8 novembre a Udine e il 15 novembre a Torino. "Da quando ci siamo qualificati per la nostra prima Coppa del Mondo, il nostro obiettivo è sempre stato quello di misurarci con squadre di Tier 1. Abbiamo già affrontato la Scozia due volte e volevamo continuare su quella strada, perché sappiamo che questo tipo di esperienza ci renderà una squadra migliore in vista del prossimo Mondiale. Dopo la vittoria contro Samoa non avevamo altre partite in programma per i test di novembre, e il fatto che l’Italia ci abbia voluti affrontare lo abbiamo vissuto come un privilegio — ma anche come una responsabilità. Se vogliamo giocare sempre più spesso a questo livello, dobbiamo dimostrare di meritarlo offrendo una grande prestazione", ha dichiarato il capitano cileno. Lo riporta Federugby.
Le parole di Clemente Saavedra
"La doppia qualificazione consecutiva alla Coppa del Mondo è il segno della crescita del nostro rugby, il risultato visibile di un processo molto più ampio — direi la punta dell’iceberg. Dietro ci sono tanti altri progressi che non si vedono a prima vista: oggi in Cile abbiamo quattro accademie federali, distribuite tra nord, sud, centro e ovest del Paese. Anche il numero dei giocatori è cresciuto moltissimo: non ho la cifra esatta, ma credo che siamo passati da circa 20.000 a 40.000 tesserati. Questi risultati sportivi hanno generato molti altri effetti positivi: uno degli obiettivi di questa squadra è cambiare per sempre il modo di vivere il rugby in Cile", ha aggiunto.
"La crescita è stata esponenziale"
Clemente Saavedra ha poi raccontato: "Quando abbiamo iniziato questo percorso, nel 2019, alla nostra prima partita c’erano appena 300 spettatori, di cui 200 erano familiari. Oggi giochiamo davanti a 20.000 persone contro Samoa, 25.000 contro la Scozia e oltre 30.000 al Mondiale in Francia. La crescita è stata esponenziale, e ne siamo felicissimi. Sono certo che anche a Genova ci saranno molti bambini, tanti amici e familiari: non è solo una crescita cilena, ma una crescita internazionale della comunità cilena. Sappiamo che in Sud America la passione per il rugby è enorme. Quando giochiamo tra di noi c’è sempre grande rivalità, ma quando andiamo fuori dal continente rappresentiamo tutti il Sud America. Voglio ringraziare tutti quelli che verranno a sostenerci. Ci sentiamo parte di un percorso comune: vogliamo che il Cile faccia bene, ma anche che Uruguay, Argentina — e perché no, presto anche il Brasile — continuino a crescere e a qualificarsi per i Mondiali".