Diego Dominguez: "L'Italia al Sei Nazioni? Almeno due vittorie. E con la Francia..."

Il grande ex, oggi commentatore, fa le carte al torneo: "Gli Azzurri hanno un pacchetto di mischia importante e con la prima linea sono tra i migliori. Devono migliorare in difesa"
Diego Dominguez: "L'Italia al Sei Nazioni? Almeno due vittorie. E con la Francia..."

Diego Dominguez, che Sei Nazioni ci aspetta?
«Duro per tutti, combattuto, con squadre particolarmente motivate. L’Inghilterra ha cambiato ct, il Galles pure. La Francia dovrà fare un Sei Nazioni enorme, perché sarà la loro prova generale prima della Coppa del Mondo, che i francesi ospiteranno in casa. L’Irlanda è una squadra al top da tanti anni e la Scozia sa sempre dare battaglia a tutti».

E l’Italia?
«Abbiamo finito bene l’ultimo Sei Nazioni con una vittoria straordinaria in casa del Galles. A livello di club, il Benetton sta avendo dei risultati importanti a livello internazionale, il che è un bene, perché dà tanti giocatori alla Nazionale. Quando ti abitui a vincere e a giocare contro le squadre forti, le cose iniziano a girare. Per me, l’Italia è competitiva e può fare almeno due vittorie in questo torneo. Abbiamo un pacchetto di mischia importante e con la prima linea siamo tra i migliori, si è visto anche nei test match di novembre».

Dove dobbiamo migliorare, invece?
«In difesa. A volte facciamo tutto bene, ma a volte meno perché si perde la concentrazione. Dobbiamo migliorare sulla conquista. Dobbiamo essere più regolari e costanti, perché siamo forti, ma se vuoi vincere partite importanti non devi commettere errori. Inoltre, nel gioco moderno è molto importante il gioco al piede: anche qui dobbiamo essere più competitivi».

Partiremo subito forte il 5 febbraio, contro la Francia.
«Cominciamo con la migliore ed è meglio affrontarla subito. Con la Francia è una sfida speciale, un po’ per la nostra rivalità in tutti gli sport, un po’ perché se l’Italia è entrata nel Sei Nazioni, lo dobbiamo in gran parte a quella vittoria storica del 1997 a Grenoble, contro di loro. Sarà una gara difficile, ma l’Italia è in un momento positivo e vuole continuare. Può succedere di tutto». 
 
Chi saranno i giocatori da tenere d’occhio?
«I giovani dell’Italia di sicuro, ma penso che non ci sarà molto spazio per i giovani in alcune squadre come Inghilterra o Galles, perché i big l’anno scorso non hanno fatto un bel torneo e vorranno sicuramente rifarsi». 
 
Chi è la favorita?
«La Francia, secondo me, ancora più dell’Irlanda. E l’Italia è una buona outsider: se arrivasse un successo contro la Francia all’esordio, poi la testa fa click e ci divertiamo, perché il rugby è uno sport nel quale serve fiducia».

Ma secondo lei, cos’ha di speciale il Sei Nazioni?
«Intanto che si gioca contro squadre che rappresentano paesi dove il rugby è veramente quasi una religione. Poi l’altra cosa bellissima è il seguito che ha il Six Nations: ci sono anche 40mila tifosi alla volta che seguono le squadre, è un paese che si sposta per tifare. È cultura, turismo, gastronomia. Soprattutto è condivisione, che è quello che è alla base di uno sport come il rugby».

Commentare con Sky il Sei Nazioni è emozionante come giocarlo?
«Ormai mi sento parte di una famiglia con Sky, ma prima di una partita l’adrenalina sale sempre. È bellissimo e mi permette di sentire ancora le gare». 
 
Lei ha anche sempre tanti progetti in corso legati al rugby, cosa c’è nel futuro?
«Intanto il consolidamento del progetto “Insieme”, col Gruppo Mediobanca, il Comune di Milano e il Cus Milano Rugby. Ci sono sempre più giovani che si avvicinano al rugby nei quartieri e questo è molto importante. Poi adesso mi sono messo in testa di riqualificare le strutture di un liceo pubblico sportivo a Milano. Il sogno è che in una scuola pubblica di Milano ci siano strutture che non sfigurino al fianco dei college inglesi».

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