Sport e disabilità: La storia di Riccardo

Disabile dalla nascita Riccardo ha vinto il Campionato Italiano di Corsa Campestre Csi e trovato nuovi amici
Sport e disabilità: La storia di Riccardo

(PARABIAGO -  MI) - Tra il 31 marzo ed il 2 aprile scorsi si sono tenuti a Cesenatico i diciannovesimi Campionati nazionali CSI di Corsa Campestre, che hanno visto la partecipazione di circa duemila giovani atleti. Tra i diciannove titoli assegnati, anche quello della categoria Disabili Fisico – Sensoriali Giovanili Maschile, assegnato a Riccardo Savio, tredicenne milanese di Parabiago iscritto all'Atletica Ravello.

Quella di Riccardo è una storia come, purtroppo, se ne sentono molte: nato nel 2003 con una malattia rara, la Sindrome di Apert, un disordine genetico causato dalla mutazione di un gene causa di molte anomalie fisiche, mentali, cognitive e linguistiche, Ricky ha dovuto subire nella propria ancor breve vita numerosi interventi chirurgici. Dai quali è uscito con sempre maggior determinazione e voglia di vivere... la stessa determinazione e la stessa joie de vivre che ha accompagnato in tutti questi anni, belli e difficili, tutta la sua famiglia, dai genitori Massimiliano e Mara ai nonni... 

Ma probabilmente nessuno avrebbe pensato di poterlo vedere un giorno con al collo la medaglia di Campione Italiano di Cross, soprattutto considerando che fino allo scorso anno Riccardo non aveva mai né corso né gareggiato. Era, infatti, in seconda media quando la scuola gli ha proposto di partecipare agli 80 metri piani alle Olimpiadi scolastiche: da quel momento Riccardo ha cominciato a correre, gareggiare e vincere, divenendo prima Campione provinciale, poi Campione regionale ed, infine, Campione nazionale!

“Qualche mese prima dei Nazionali – racconta papà Massimiliano – Riccardo non aveva potuto partecipare al Campionato Scolastico Nazionale di Roma in quanto la scuola non era economicamente in grado di sostenere la trasferta, ma nonostante la delusione iniziale ha continuato a correre ed, anzi, ha chiesto di essere iscritto in una società di Atletica Leggera. Conoscevo già Gianni Colombo, Presidente ed Allenatore dell'Atletica Ravello, che lo ha tesserato come Cadetto: da quel momento Ricky ha cominciato ad allenarsi due volte alla settimana per un totale di quattro ore, gareggiando, tra fango e gelo, a Como, Mantova e Bergamo...”

Ma la gioia di Riccardo non sta tanto nelle medaglie conquistate e nelle vittorie ottenute, quanto soprattutto negli amici che ha incontrato in questa sua nuova avventura: “Siamo rimasti colpiti dall'affetto e dalla simpatia che tutti i suoi compagni di squadra gli hanno rivolto fin da subito – spiega Massimiliano -: per la prima volta in vita sua Ricky si è sentito parte di un gruppo... i ragazzi lo chiamavano, gli stavano vicino, lo coinvolgevano e sostenevano. Ora Riccardo è felice, si allena con piacere e lui, che era così cagionevole di salute, non si è mai ammalato in tutto l'inverno! Ovviamente si rattrista, se una gara va male, ma né da parte della società né da parte nostra c'è alcun tipo di stress. La corsa per Riccardo è semplicemente un dolce antidoto alla propria malattia.”

E così, ad un tratto, la storia di Riccardo ha preso una piega, una direzione differente... e tutto grazie allo sport, alla corsa... ed all'amicizia. Perché, di fatto, in questa storia non contano poi molto le medaglie ed i titoli, quanto la 'nuova vita' che Riccardo è riuscito a ritagliarsi: una vita fatta di divertimento, attività all'aria aperta, serenità, integrazione ed amicizia... e quindi, come cantava Enrico Ruggeri, Ricky, “vai e non fermarti mai, perché il futuro è l'unica certezza che hai...non aspettarlo qui...”

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