La maratona di oggi? Unirsi e distinguersi. I runner ora devono fare questo

Ancora una volta il runner, quello vero che corre sempre e comunque, può fare la differenza lasciando vuote le strade. Distinguersi è la parola d'ordine immediata
La maratona di oggi? Unirsi e distinguersi. I runner ora devono fare questo

Il runner nell’occhio del ciclone, l’untore per eccellenza di questo stramaledetto virus che ci ha tolto le abitudini, la sicurezza, la possibilità di abbracciarci, stringerci, condividere assieme emozioni e tanti attimi di vita. Chi correva fino a ieri era semplicemente un eroe o un pazzo a seconda dei punti di vista, oggi è catalogato come la grande causa del propagarsi di questa pandemia che ci sta distruggendo. Il mondo dei runner è diviso, su chi insiste a correre tra parchi, strade o ciclabili e chi si è fermato perché lo ritiene più etico, annullare i chilometri è forse una maniera per essere più vicini e non distanziarci dalle tante, troppe vittime che ogni giorno sappiamo per colpa del coronavirus.

Il Governo nel suo decreto ha detto sì all’attività fisica all’aria aperta, la risposta di milioni di persone è stata la corsa, unica maniera per tenere il nostro fisico allenato oltre agli esercizi più casalinghi. Chi prima frequentava piscine, campi di calcetto o di tennis, playground di basket o sentieri in mountain-bike ora si è necessariamente inventato runner, così ancora chi prima amava solo il divano e la tv ora in preda alla noia e al sole di primavera tutto d’un tratto ha scoperto che là fuori, ebbene sì, esiste una vita fatta di movimento.

UNIAMOCI - Il runner, quello vero, ovvero ‘noi’ che la domenica mattina ci mettiamo un pettorale per fare una qualsiasi gara, che misuriamo ogni singolo chilometro, che viviamo di emozioni della fatica, dei brividi di un traguardo o delle lacrime nell’avere una medaglia al collo, oggi si ci sentiamo sia offesi dagl’ingiusti insulti che riceviamo, che usurpati di un posto, il nostro posto: la strada.

E allora questa strada, per una volta, per qualche settimana, possiamo lasciarla agli altri, a chi mai ha sputato sudore sull’asfalto o preso la grandine in testa di un improvviso temporale. Tutti noi oggi, coloratissima e variegata comunità dei runner potremmo abbassare i toni e provare ad essere più vicini, almeno con il cuore e con l’anima, alle tante vittime e anche ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori del settore ospedaliero che stanno combattendo per noi un’aspra battaglia, come fossero in trincea.

DISTINGUIAMOCI - Come quando siamo ammassati in una partenza di una maratona proviamo così ad essere uniti e vicini, a sgombrare il campo, a guardare lontano, a distinguerci per etica morale e capacità, a lasciare che siano gli altri a cadere nel tranello ‘tu corri quindi trasmetti il virus’. Distinguiamoci, siamo sempre stati forti e anche fieri dei nostri principi di sportivi fatti di lealtà e sacrificio, ora è forse il caso di dimostrarlo ancora di più, di far vedere la nostra classe e signorilità. Non mischiamoci. Alleniamoci in maniera alternativa, senza dare fastidio, senza alzare i toni, senza ingombrare, senza farci notare. Sappiamo che non siamo i responsabili di quanto sta accadendo, di quanto siamo derisi e malvisti in questo momento, ma dobbiamo far cambiare questo pensiero.

MARATONI-AMO - Tra le tante iniziative per distinguerci e dimostrare la nostra unicità e compattezza c’è ad esempio MaratoniAmo l’Italia, la maratona solidale più difficile da affrontare insieme, indistintamente da colori, numeri e simboli. La richiesta in questo caso è di donare attraverso la piattaforma eppela.com, tutto il ricavato andrà alla SIIET(La Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale), società che vuole essere la casa di tutti gli infermieri che operano nel sistema di emergenza territoriale e nazionale. Siiet utilizzerà le risorse raggiunte supportando il personale sanitario nell'affrontare questa grande emergenza. Forse questa potrebbe essere la nostra vera maratona di questa primavera che non abbiamo potuto fare.

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