Campaccio Cross Country e la Cinque Mulini non si arrestano al COVID

Restrizioni, rinvii e protocolli ma i due baluardi dell’atletica italiana resistono
Campaccio Cross Country e la Cinque Mulini non si arrestano al COVID

Due fiori all’occhiello per l’atletica italiana, tra le poche gare al mondo a far parte del circuito internazionale dei Cross Country Permit della World Athletics, anche i celebri cross “Campaccio” e “Cinque Mulini” sono costretti, causa COVID19, a rivedere le proprie tradizioni.

CINQUE MULINI – Più antico dei due è il cross Cinque Mulini, ideata da Giovanni Malerba nel 1933 come gara del paese San Vittore Olona (MI) e diventata  competizione internazionale appartenente al World Cross Challenge nel 1953. Dal 1960 la Cinque Mulini ha anche una gara riservata agli atleti juniores e dal 1972 possono gareggiare anche le donne. La gara, giunta quest’anno alla 89^ edizione è stata disputata ininterrottamente, resistendo persino alla Seconda Guerra Mondiale. 

CAMPACCIO - Più recente invece il Campaccio Cross Country, organizzato dall’Unione Sportiva Sangiorgese a San Giorgio su Legnano (MI) a partire dal 1953 e giunto, ad oggi, alla 64^ edizione. Il Campaccio si è subito fatto strada in ambito internazionale. Dal 1961 la partecipazione è stata estesa anche agli atleti juniores e alle donne a partire dal 1970. Ad eccezione che nel 2006, quando è stato disputato in collegamento con i campionati europei di corsa campestre 2006, e del 2007, il Campaccio ha sempre avuto luogo.

L’IMPORTANZA DEI CROSS – Due manifestazioni blasonate, famose in tutto il mondo, geograficamente molto vicine tra loro (le sedi di svolgimento distano pochi chilometri l’una dall’altra), gomito a gomito anche in calendario, il 6 gennaio per il Campaccio e l’ultima domenica di gennaio per la Cinque Mulini, una tradizione che stimola sempre entrambe le organizzazioni a lavorare ad altissimi livelli. L’albo d’oro dei podi di entrambe le gare è ricchissimo di nomi che hanno fatto la storia dell’atletica, così tanti che sarebbe lunghissimo ricordarli tutti. Uomini plurivincitori come Panetta, Bordin, Fava e Bekele o, più di recente, Kipchoge ed Edris, donne come Grete Waitz Andersen o Winfred Yavi, atleti che compongono la rosa delle liste Gold e Silver, dando lustro a queste manifestazioni da fascino intramontabile.

L’ERA COVID – In un momento così difficile, che ci accompagna da ormai un anno, si era tanto sperato di ripartire da qui e che la ostinazione con cui queste manifestazioni hanno resistito a tante difficoltà negli anni fosse una garanzia di solidità. Ad inizio anno, invece, sono state rimandate entrambe. Si svolgerà il 20 e 21 marzo il Campaccio, che affianca alla gara di élite le gare master e allievi, pur scindendole in due giorni diversi, spalmandole sull’intero fine settimana così da non creare problemi di assembramenti. Ad una sola settimana di distanza, il 28 marzo, la Cinque Mulini, destinata quest’anno ai soli élite, Junior e Cadetti, ma niente Master, porta chiusa per loro.

In ottemperanza alle normative vigenti, gli atleti dovranno seguire un iter sanitario e non sarà ammesso il pubblico, forti saranno le restrizioni, ammessi nel campo di gara solo gli atleti e gli allenatori delle squadre, ma niente accompagnatori. Una festa a metà, ma nel segno della continuità ormai quasi secolare è giusto stringere i denti e provare in tutti i modi ad organizzare e far svolgere le gare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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