Si può correre a piedi nudi come Abebe Bikila? Per il runner Adriano Bono la risposta è solo sì

Come il leggendario Abebe Bikila che vinse la maratona dei Giochi Olimpici di Roma 1960 a piedi nudi, anche l'appassionato runner romano Adriano Bono si allena costantemente senza scarpe. Questi i suoi motivi
Si può correre a piedi nudi come Abebe Bikila? Per il runner Adriano Bono la risposta è solo sì

Si può correre scalzi? E' corretto usare le ipermoderne e iper ammortizzate calzature da running in voga in questi anni? Rappresentano un valore aggiunto oppure sono un grande limite per il corpo umano, concepito nella sua natura per camminare o correre scalzi. Fondamentale se si sposa la cultura barefoot, ovvero a piedi scalzi, è l'avere una perfetta tecnica di corsa. Solo così si possono evitare infortuni.

Il mitico Abebe Bikila nella leggendaria maratona delle Olimpiadi di Roma 1960 correndo a piedi scalzi sul selciato romano dimostrò al mondo che si può correre, e anche molto forte, fino al vincere addirittura una medaglia d'oro olimpica.

Adriano Bono è un appassionato runner di Roma e sui suoi profili social da tempo illustra i benefici del correre a piedi nudi ed il perchè lo fa. Queste le sue riflessioni:

"Queste nella foto sono le piante dei miei piedi dopo 8km di corsa scalzo sull'asfalto della ciclabile di Monte Mario a Roma . 
Come potete vedere non sono pieni né di vesciche né di altre ferite e non ho riportato neanche l'ombra di un infortunio.
Non dico che tutti possano farlo dal giorno alla notte. O che sia facile per tutti imparare a correre scalzi, o che non richieda un certo tempo di studio di una corretta tecnica di corsa, che non richieda una graduale transizione a un diverso assetto generale e biomeccanica di corsa, e la formazione di un callo leggermente più spesso e resistente sotto i piedi.

Ma non richiede neanche super poteri particolari. Quasi chiunque può farlo con la necessaria gradualità.

I nostri avi hanno corso scalzi per un paio di milioni di anni fino a tempi recentissimi. I messaggeri dell'antica grecia, come il corridore della prima leggendaria maratona, correvano scalzi. Come anche i messaggeri dell'Impero Azteco. Ed erano corridori formidabili, del tipo ultra, da centinaia di chilometri al giorno addirittura. Ma anche chi non lo faceva per professione, ma per semplice necessità di locomozione, tipo contadini e bambini in zone di campagna, se proprio dovevano correre correvano scalzi (mentre i ricchi andavano a cavallo o in carrozza); questo anche nella nostra Italia fino all'avvento della rivoluzione industriale e delle scarpe leggere e moderne, intendo quindi negli anni '50. In molte parti del mondo ancora oggi si corre abitualmente da scalzi.

Certo, non sempre è possibile farlo, per colpa dei molti resti di manufatti umani che dissemiano in ogni dove, tipo schegge di vetro e simili. Ma ci sono anche posti in cui è ragionevolmente sicuro farlo e comporta zero rischi.

I nostri piedi sono pieni zeppi di terminazioni nervose che partono alla volta del sistema centrale. Sono progettati per saggiare il terreno e mandare informazioni sull'ambiente circostante. Tenerli sempre dentro le scarpe è anche una specie di amputazione, di menomazione della nostra sfera sensoriale. Un po' come tenere sempre una benda sugli occhi o i guanti alle mani.

Questo soltanto per dire che la corsa barefoot non è affatto una pratica masochistica come molti runner credono e come forse si può essere portati a pensare istintivamente quando non si è mai provato.

E anche per queste ragioni molti che corrono scalzi sostengono che sia molto più efficace, piacevole e divertente che con le scarpe, e non tornano indietro.

Detto questo, non voglio convincere nessuno a correre scalzi, non me ne viene proprio niente, quindi è pacifico che ognuno è libero di correre come vuole e come crede meglio per il suo benessere.

Scrivo queste cose solo per spiegare le ragioni di chi corre scalzo, così se ne incontrate uno non lo prendete per matto..."

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