Domenica a Verona in gara 50 Parkinsonauti

Domenica nella CRAFT Giulietta&Romeo Half Marathon parteciperanno 50 atleti malati di Parkinson con una speciale t-shirt con scritto: non ci fermerai
Domenica a Verona in gara 50  Parkinsonauti

VERONA - Capitanati dal Presidente Stefano Ghidotti, più volte sulle strade di Verona in veste di atleta, tornano in gara gli amici di Parkinson&Sport. L’associazione è impegnata nella sensibilizzazione ed informazione sul Morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio, la più frequente del gruppo di patologie definite "Disordini del Movimento".

I malati preferiscono definirsi Parkinsonauti, un termine coniato per desrivere la condizione di esploratore della soluzione alla patologia e per ricordare che il Parkinson è una patologia ma che sono persone normali a doverla affrontare. Il gruppo sarà in gara per camminare, con o senza i bastoncini di Nordic Walking, per le strade di Verona indossando la T-shirt “NON CI FERMERAI”. Lo scopo principale è quello di diffondere la cultura dello sport come strumento per rallentare la progressione della malattia e migliorare il benessere psicofisico dei malati di Parkinson.

Alla presentazione dell'evento presente il Presidente Associazione Parkinson&Sport Stefano Ghidotti: “Ho tre motivi per ringraziare, innanzitutto essere qui alla conferenza mi emoziona perché si avvicina domenica e potrò ancora una volta mettermi alla prova. Da quando ho capito di essere un malato di Parkinson ho cercato di viverlo come una sfida. Ho aperto un blog e ho contattato voi di Verona Marathon, e voi e mi avete subito accolto. Il primo anno ero da solo, poi siamo stati in 3 poi 9 e quest’anno, e sono emozionatissimo anche solo a dirlo, siamo in 50. E’ un segnale che quello che facciamo come associazione Parkinson&Sport è importante perché lo sport è fondamentale per contrastare la malattia. Abbiamo una vision che cioè avremo una cura, ma la nostra mission è di accompagnare più persone possibili a stare meglio attrarverso lo sport e di far in modo da non essere identificati per la nostra malattia ma come persone normali. Chiedo ai veronesi di  accompagnarci col loro applauso e tifo, anche se saremo gli ultimi in gara.”

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