Alessandro Maraniello “Marathoniello”, dalla 40^ Estra Firenze Marathon alla World Marathon Challenge

Tra i pacer il cantautore Alessandro Maraniello, in partenza per la World Marathon Challenge. Sette maratone in sette giorni in sette continenti. Con lui la bandiera della Fondazione Amilcare
Alessandro Maraniello “Marathoniello”, dalla 40^ Estra Firenze Marathon alla World Marathon Challenge

FIRENZE – Solo 48 ore per lo start della 40^ Estra Firenze Marathon, undicimila i maratoneti arrivati a Firenze con una propria motivazione e che domenica, con la medaglia al collo, avranno aggiunto alla propria esperienza uno straordinario bagaglio di emozioni.

In mezzo a tante storie che fanno grande la 40^ Estra Firenze Marathon, c’è quella del cantautore Alessandro Maraniello, in arte Alessandro Mara, italiano residente a Lugano che ha scoperto la passione per la maratona nel 2019.

Nella mia carriera di atleta, senza alcuna velleità, ho corso circa 40 maratone. Ogni maratona è un viaggio a sé, da vivere in base alle sensazioni che nascono durante la gara. Domenica parteciperò alla 40^ Estra Firenze Marathon nel gruppo dei pacer di Fulvio Massini, mio preparatore atletico, ritmo 6’00”/km, sono sicuro che Firenze accoglierà tutti noi con grande entusiasmo, io spero di avere un nutrito gruppo di runner con me”.

Alessandro è anche un viaggiatore che ha corso molte delle sue maratone all’estero.
Ho coniugato la passione per i viaggi con quella per la maratona, ho corso in posti straordinari ed è sempre emozionante addentrarsi nelle diverse culture. E’ proprio il caso di dire che correre una maratona è un viaggio”.

Viaggiare e correre, Alessandro ha scelto di essere il primo italiano di sempre ad una competizione estrema, la World Marathon Challenge, che lo porterà, insieme ad altri 60 atleti provenienti da tutto il mondo, a partecipare a sette maratone in sette giorni consecutivi in sette continenti. “Sono rimasto ammaliato da un report sulla maratona in Antartide, ho subito cercato informazioni e, da lì, mi sono imbattuto nella World Marathon Challenge, una sfida che sintetizza entrambe le mie passioni. Partirò il 31 gennaio 2025, il tempo stringe e sono tante le domande a cui devo trovare una risposta prima del decollo verso questa esperienza”.

Prima tappa il 31 gennaio 2025 nel gelo dell'Antartide, presso la base permanente russa di Novolazarevskaja il giorno dopo in Sudafrica, a Città del Capo, il 2 febbraio la maratona di Burswood in Australia per poi approdare in Asia il 3 febbraio e correre a Dubai, il 4 febbraio in Europa a Madrid, prima del grande salto sopra l'Atlantico dove il 5 febbraio avrà luogo la maratona in Brasile e concludere il 6 febbraio a Miami. “Mi alleno sotto la guida di Fulvio Massini, ad oggi corro circa 150 km a settimana ma non ho ancora mai corso per più giorni consecutivi. Dopo la maratona di Firenze correrò una maratona al giorno per sei giorni consecutivi, ancora a Firenze, con la guida di Fulvio Massini. Sono entusiasta, sto costruendo la mia World Marathon Challenge per la quale ho coniato il nickname «Marathoniello», una crasi del mio cognome e la parola maratona”.

Un totale di 295 chilometri da correre, 40mila chilometri di spostamenti aerei e le difficoltà legate alle condizioni di riposo nonché climatiche. “Se sono spaventato? Ci sono tante variabili che mi impensieriscono, al freddo mi sono allenato partecipando ad una gara in Groenlandia, per il caldo, in passato ho corso a Phuket ed era stato difficile a causa dell’umidità. Sebbene nella mia vita abbia volato tanto e quindi sia abituato, sto studiando come sfruttare al meglio le ore d’aereo per recuperare”.

Prepararsi ad un evento di questa portata richiede motivazione, impegno, sacrificio, oltre che una buona dose di eccentricità, il cuore di Alessandro però è ancora più grande. “Per darmi un’ulteriore motivazione ho deciso di abbinare alla mia impresa un progetto di raccolta solidale nei confronti di Fondazione Amilcare, un’organizzazione no profit dedicata alla memoria del dottor Amilcare Tonella che si occupa di accogliere e reintegrare nel tessuto sociale adolescenti che, per ragioni diverse, si trovano in un momento di difficoltà, offrendo sostegno anche alle loro famiglie. Spero di poter sventolare la bandiera della Fondazione che porto con me ad ogni gara e di poter essere un esempio di come l’impegno sia l’unico modo per costruire sé stessi”.

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