Sci di fondo, Pellegrino scalatore: "Sfido i miei limiti"

Norvegia padrona in Val di Fiemme con i quarti trionfi di Klaebo e Johaug, ma a dare spettacolo nella Final Climb è il valdostano che sfiora il podio
Sci di fondo, Pellegrino scalatore: "Sfido i miei limiti"© EPA

TESERO - Era nell’aria, ma non scontato, che Johannes Klaebo e Therese Johaug avrebbero vinto per la quarta volta il Tour de Ski, eguagliando Dario Cologna e Justyna Kowalczyk. Ma per i colori azzurri la notizia che conta è tutt’altro: Federico Pellegrino ha superato ogni previsione battagliando coi primi per tutta la Final Climb e tagliando il traguardo al 7° posto, sfiorando il podio finale. Ma non è tutto, al 10° posto si è portato Lorenzo Romano. Sembra un controsenso, eppure Pellegrino ha sempre affermato che a lui non piace lo skiathlon e men che meno la salita del Cermis. Gli chiediamo se, facendo secondo nello skiathlon e settimo sul Cermis finendo poi quarto al Tour, ha cambiato idea. «Non saprei, mi piace cercare i limiti del mio fisico, delle mie prestazioni e provare ad andare oltre. Ho sempre fatto così e continuo a scoprire lati di me stesso che mi rendono fiero del lavoro che faccio, ed è un bel punto di riferimento, credo, per chi vuole seguire le mie orme».

7° posto per Pellegrino

Una grande gara di sci di fondo con tanta gente. «Questa cosa qui non è sci di fondo, è un’idea in una kermesse del fondo, però è così - dice Pellegrino -. Sappiamo bene che se sei un atleta completo per andare forte al Tour devi farlo sette gare su sette. Se sei un peso piuma te ne bastano quattro. È stata pensata così. Le regole erano già scritte 19 anni fa, non sta a me giudicarle. Cerco solo di fare del mio meglio e se vuol dire un quarto posto lo accetto e sono fiero di sei gare su sette ad alto livello». Guardando già oltre. «Ora vado a casa a riposarmi e poi ad allenarmi tanto e bene, perché c'è una seconda parte di stagione dove so che ci meritiamo e vogliamo andare a prenderci delle belle soddisfazioni come squadra». Specie ai Mondiali di Trondheim, in Norvegia. Ma l’Italia qualche soddisfazione se l’è presa, con buoni spiragli per il futuro. Oltre al 7° posto di Pellegrino e il 10° di Romano, si deve aggiungere il 14° di Carollo (quattro posizioni davanti a Klaebo), poi il 22° di Ventura, 25° Daprà, 27° Ticcò, 33° Barp, 37° Coradazzi.

Klaebo controlla la testa

Klaebo controlla la testa del gruppo fin sulle prime rampe. Poi con lui si staccano Krueger, Vermeulen, Lapalus e Moch, poi quando la pendenza si fa pesante Krueger allunga e accende il turbo. Klaebo fa il ragioniere e comincia a risparmiare energie. Krueger è imprendibile, le bandiere norge cominciano a sventolare, la Final Climb è sua davanti a Vermeulen e Moch. Mentre il pubblico esulta per Pellegrino passano i secondi e il crono segna 1’13” quando arriva Klaebo, in testa ha la corona (virtuale) di re del Cermis. In mixed zone incontra Dario Cologna (che la mattina aveva vinto la Rampa con i Campioni) e pareggia i conti: 4 Tour ciascuno. La gara femminile non ha storia: Johaug è prima nella overall, si prende il pettorale climb, vince la gara e alza al cielo il trofeo. Gli organizzatori devono preparare tre bandiere norvegesi, con la Johaug sul podio di tappa ci salgono anche la Slind e la Weng. Ma c’è festa anche in casa americana: Diggins nonostante il tutore al piede chiude terza il Tour de Ski e ad abbracciarla è arrivata anche Lindsey Vonn, pronta alla discesa di St.Anton. L’Italia si consola con Anna Comarella che in rimonta chiude 16ª e Caterina Ganz, stanca ma felice (23ª). La Val di Fiemme chiude un bilancio in positivo, il Tour sarà in Trentino anche nel 2026. Come le Olimpiadi.

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