
Non si ferma più. Nostra Signora del podi nel superG di Garmisch colleziona la 77ª foto della felicità della sua sempre più monumentale carriera, l’ottava della stagione e sesta consecutiva nella velocità, anche se la corsa alla 33ª vittoria viene stoppata dalla zampata di Lara Gut-Behrami, tornata regina della specialità (23° successo di 46 totali, 43° di 96 podi) giusto in tempo per i Mondiali e accendere sempre più un duello ormai infinito che ha tutti i presupposti per tenere viva la Coppa fino alle finali di marzo a Sun Valley, negli States. Per un paio di minuti l’Italia sogna il bis Brignone-Goggia dopo la doppietta della discesa di sabato, poi sul traguardo piomba la ticinese con 38 centesimi di vantaggio che significano +75 nella classifica di specialità e -70 in quella generale, anche perché tra le due eterne ragazze classe 1991 s’inserisce la norvegese Kajsa Lie.
Le parole delle protagoniste
«È stata una prima parte di stagione nella quale o dovuto ricostruire un po’ tutto, anziché pensare solo allo sci, ma ho fatto un passo alla volta e sto ritrovando la mia sciata in tutte le condizioni. Questa è la cosa più importante» racconta Lara, alla quale Marco Odermatt in primavera a rubato il preparatore Hervas (e per risposta la svizzera ha scelto Di Giorgio, l’ex di Sofia Goggia), dopo aver strappato a Federica il record di “anzianità” tra le vincitrici di Coppa (34 anni e 9 mesi) e conquistato quello assoluto (uomini e donne) di longevità, con 16 anni tra la prima (superG di St.Moritz il 20 dicembre 2008) e ultima vittoria. «Ho tenuto giù il piede decisa, ma nel finale un dossetto mi ha sparato via e non tagliavo più il traguardo, ero ferma…Magari non avrei battuto Lara, ma potevo fare seconda. Comunque un’altra gara con l’atteggiamento giusto, quello che conta» il commento di una Brignone comunque sorridente. Lo spirito migliore per proiettarsi sui Mondiali di Saalbach (4-16 febbraio), visto che prima ci sarà solo lo slalom di giovedì a Courchevel, dove è previsto il ritorno di Mikaela Shiffrin. «Ho fatto un gennaio incredibile - afferma la valdostana -. Sono a 11 podi da Tomba? Sono tanti ancora, troppi. Ora penso ai Mondiali. Prima avremo una settimana senza gare e voglio staccare, andare a casa passando il tempo divertendomi con gli amici nella natura. Andrò a Saalbach con la fiducia che sto sciando bene in tutte le condizioni, sono presente e lucida».
Le dichiarazioni di Sofia Goggia
Una serenità condita dal sorriso che mostra anche Sofia Goggia, ancora beffata dalla compagna di squadra (stavolta per 11 centesimi) che la relega ai piedi del podio. «Nel complesso è stata una prova abbastanza intelligente, anche se non ero bene sui piedi - il commento della bergamasca -. Sono contenta di come stanno andando le cose, devo sempre ricordarmi di come stavo ad agosto, che arrivo da un infortunio che poteva mettere fine alla mia carriera». Anche lei è carica per i Mondiali, dove inseguirà l’unico trionfo che ancora le manca: l’oro iridato dopo il bronzo in gigante a St.Moritz 2017 e l’argento in superG ad Are 2019. «Arrivo a Saalbach serena e stando bene fisicamente, quindi ce la giocheremo» conferma Sofia, che veste anche i panni della (co)capitana. «Sono contenta anche della prestazione di Marta, che non deve dimenticarsi chi è e come sa sciare». La domenica bavarese infatti dà un senso più completo al concetto di Valanga Rosa non solo targata Brignone e Goggia con quattro azzurre nelle prime sei e rilancia la cuneese, sesta dietro l’ormai “solita” Laura Pirovano (le manca solo l’exploit per decollare definitivamente: «Forse troppo rispetto della pista» ammette la trentina). Giusto in tempo, visto che Marta in Austria difenderà il titolo iridato della specialità, permettendo all’Italia di schierare un quintetto, completato da Elena Curtoni, ieri undicesima, mentre Nicole Delago sarà la quarta discesista.