
«Più bella cosa non c'è». Eros Ramazzotti a fare da colonna sonora di una prima giornata dei Mondiali 2025 di sci alpino, a Saalbach-Hinterglemm (Austria), dai connotati storici per l’Italia. Sulla Schneekristall (Cristallo di neve) il muro ripido e di ghiaccio non ha fatto paura agli azzurri nel parallelo a squadre. Non una grande tradizione nel Team Event per il Bel Paese, considerando il solo bronzo nella rassegna iridata di Are (Svezia) del 2019. Da lì si è partiti con le scelte, perché Alex Vinatzer e Lara Della Mea furono artefici di quella medaglia sei anni fa. L’esperienza di chi aveva già assaporato il podio mixata all’entusiasmo della gioventù rampante di Filippo Della Vite e Giorgia Collomb, lei classe 2006 e dal talento cristallino.
Tabellone non impossibile
Un tabellone non impossibile, che Vinatzer e compagni hanno saputo affrontare senza incertezze, superando negli ottavi e nei quarti di finale gli ostacoli Ucraina (4-0) e Francia (3-1). Austria e Norvegia fuori dai giochi prima del tempo e sfida in semifinale contro la Svezia (bronzo al termine della gara, vittoriosa nella Small Final contro gli USA). Il gioco dei centesimi ha sorriso all'Italia perché nel 2-2 degli scontri diretti a decidere è stata la somma dei migliori tempi. Cronometro tricolore, come nella Big Final contro la squadra svizzera, testa di serie n.1 e tra le grandi favorite della vigilia. Collomb, come una veterana, ha messo alle corde la più esperta Wendy Holdener, protagonista dell’oro elvetico proprio nell’edizione citata in Svezia. Luca Aerni e Delphine Darbellay hanno ribaltato la situazione, sfruttando gli errori di Della Vite e di Della Mea. Serviva il capolavoro e Vinatzer non si è fatto pregare, con una partenza da straccio di licenza e una sciata decisa e consistente.
Trionfo sotto gli occhi di Ghedina
Un trionfo, festeggiato con la canzone di Ramazzotti e sotto gli occhi di un entusiasta Kristian Ghedina, presente nelle vesti di apripista insieme all’ex campionessa austriaca Anita Wachter e di tifoso. Ricordi che si intrecciano con l’attualità quelli legati al “Ghedo”, argento nella combinata dei Mondiali del 1991 andati in scena sempre sul Zwölferkogel. Rimandi al passato di una cerimonia d’apertura, proposta a dosi nel corso delle pause della gara a squadre, tra flashback video e musica animata dalla band guidata da Ivica Kostelic e Jan Hudec a scatenarsi sulle note di “Seven Nation Army”. Già, la mente torna ai Mondiali di calcio del 2006 e al famoso “Po Po Po”, riff del pezzo dei White Stripes.
Le parole degli azzurri
Anno in cui nasceva Collomb, che a soli 18 anni e 110 giorni è diventata la più giovane atleta azzurra di sempre a ottenere un podio nella rassegna iridata di sci alpino. La valdostana ha fatto meglio di Isolde Kostner, che nel 1994 conquistò il bronzo nel superG a 18 anni e 332 giorni. «Devo ancora realizzare tutto questo, è tutto troppo veloce. Solo l’altro giorno ci siamo allenati e ci sentivamo veloci. Oggi vedere di essere in effetti così pronti è stato gratificante», ha raccontato Giorgia. «Una medaglia d’oro così, alla prima gara, è bellissimo per tutta la nazione e per tutta la squadra. Il livello della gara è stato altissimo», ha sottolineato Vinatzer. «Mi sono divertita tantissimo, siamo un team bellissimo e ci siamo caricati a vicenda. Davvero bello. È incredibile essere medaglia d’oro, non ce l’aspettavamo, ma abbiamo dato davvero tutto», la reazione di Della Mea. «Stavolta viva l’Italia! Tra un anno c’è l’evento più importante della nostra vita e abbiamo dimostrato di esserci e vogliamo festeggiare ancora», il pensiero di Della Vite. Il 6 febbraio 2026, infatti, inizieranno i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina e il guanto di sfida è lanciato.