Ci fa penare. Ci fa trepidare. E alla fine ci fa esultare. A Luna Rossa Prada Pirelli non piacciono le cose facili e la “banalità” della vittoria lineare non appartiene al suo destino nella 37ª America’s Cup di Barcellona. Nella quarta giornata della finale di Louis Vuitton Cup contro Ineos Britannia, l’imbarcazione italiana è prima affondata e poi è riemersa come un’araba fenice, impattando la serie, al meglio delle 13 regate, sul 4-4.
La doppia personalità di Luna Rossa
Luna Rossa un po’ dottor Jekyll e un po’ Mr. Hyde. In gara-7, è stata ancora l’affidabilità dell’AC75 a compromettere la prova degli azzurri (è stata la quarta volta in questa campagna di Spagna), costretti alla resa per squalifica. Quando l’Italia aveva da poco girato la prima boa di bolina e si trovava a un secondo da Ineos, la barca ha fatto harakiri su una poggiata sottovento: l’arm del foil sinistro si è bloccato, il monoscafo è finito con la prua nel Mediterraneo (il nose-diving, l’effetto sommergibile) e si è ingavonato. Gli 8 uomini della squadra sono stati investiti da una cascata d’acqua. “Stand-by”, ha sentenziato il timoniere di sinistra, Francesco Bruni che è, poi, stato il primo a rincuorare i compagni («Ripariamo e ripartiamo. Non saremo belli ma efficienti»).
Mente,cuore e muscoli: Luna Rossa riparte
Poteva essere l’inizio della fine, perché la spanciata aveva danneggiato un fairing (copertura aerodinamica) della coperta e il sensore del vento di prua. Luna Rossa sembrava un’animale marino ferito a morte. Invece, è accaduto quello che nessuno in quegli istanti credeva possibile ma che non si può catalogare, superficialmente, come miracolo sportivo. Qui parliamo di professionalità, di mente, cuore e muscoli. Come contro American Magic (rottura del carrello della randa) e domenica contro Ineos (rottura delle stecche della randa) lo shore team di Prada Pirelli è riuscito, in poco più di mezzo’ora, a rimettere in sesto la “pallottola d’argento”, restando entro i limiti di un angosciante countdown verso lo start di gara-8 (poi in realtà posticipato per il troppo vento). Il team principal Max Sirena ha vestito i panni di “capo operaio”, armeggiando con bobine di fogli di fibra di carbonio e nastri adesivi di ultima generazione per chiudere la falla in coperta. Ha fatto bene all’equipaggio vedere il proprio leader crederci e sporcarsi le mani pur di salvare le speranze di vittoria dei suoi uomini, prostrati dall’ennesimo contrattempo (emblematica l’immagine del cyclor Cesare Gabbia con le mani sul casco per la disperazione).
Un pareggio insperato ed una riparazione perfetta
Incerottata ma fiera e furiosa, Luna Rossa si è gettata belluina in gara-8, uscendone con lo scalpo di Britannia. Con 20 nodi d’aria, Spithill e Bruni si sono avvantaggiati sin dalla partenza – approfittando di un errore di Ben Ainslie che è finito oltre i boundary, beccandosi una penalità - e hanno condotto in testa tutte le boe. Prada Pirelli ha coperto Ineos fino al traguardo, tagliato con +16”. Quando si gareggia senza interferenze, vince Luna Rossa. Un Jimmy Spithill calmo, ha commentato: «I ragazzi hanno effettuato una riparazione perfetta. Era uno sbrego piuttosto ampio, quindi ci sarebbe stato un enorme calo delle prestazioni in gara-8 se lo shore team non l’avesse aggiustata. Siamo stati bravi a gestire la pressione. Si lavorerà tutta la notte per rimettere a posto le carenature ed esamineremo i dati per capire cosa è successo». Oggi si prosegue con gara-9 e gara-10 (dalle ore 14 su Italia 1 e Sky). È previsto un flusso d’aria da est più leggero e potenzialmente più instabile.