Allarme in Piemonte: c’è un caso di peste suina

Il virus è stato rilevato nella carcassa di un cinghiale morto in provincia di Alessandria
Allarme in Piemonte: c’è un caso di peste suina

In Piemonte è stato riscontrato un caso di peste suina. A rilevarlo è stato l’Istituto Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche, centro di referenza nazionale per le malattie da postivirus, dopo aver analizzato la carcassa di un cinghiale a Ovada, nell’alessandrino. Documentazione immediatamente trasmessa al Ministero della Salute, che la inoltrerà all’Oie, Organizzazione Mondiale della Sanità animale, e alla Commissione Europea. Non si escludono conseguenze sul commercio delle carni suine in Italia, con la possibilità che i Paesi che non riconoscono il principio di regionalizzazione possano imporre il divieto di importazione di tutti i prodotti suini dell'intero Paese in cui la peste suina si è manifestata. A lanciare l’allarme alcuni giorni fa era stata la Confagricoltura Piemonte che aveva parlato di "un forte rischio" di diffusione legato "all'eccessiva proliferazione" dei cinghiali.

Peste suina: coinvolti anche 24 comuni liguri

L'area infetta individuata dal ministero della Salute e dalle Regioni Piemonte e Liguria coinvolge 78 Comuni, 54 in Piemonte e 24 in Liguria. "Stiamo agendo con la massima tempestività, - spiega l'assessore Luigi Genesio Icardi -, nel tentativo di confinare ed eradicare il più possibile la malattia. Come previsto dal Piano nazionale per le emergenze di tipo epidemico l'insediamento delle Unità di crisi a livello locale, regionale e nazionale per l'adempimento delle azioni previste dal manuale operativo e dalle norme specifiche in materia”. Preoccupazione anche da parte di Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura Piemonte. “C’è l'assoluta necessità di interventi tempestivi e coordinati, - dice Allasia -, per arginare un'emergenza che non riguarda più soltanto le imprese agricole, danneggiate dei selvatici, ma che interessa tutta la popolazione. Ormai è un problema che, se non controllato, procurerà danni irreparabili per il nostro tessuto sociale, economico e produttivo".

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