Abramovich mediatore tra Ucraina e Russia: cosa succede al Chelsea

Il magnate è volato in Bielorussia per trattare la pace, affidando la gestione del club a una fondazione benefica, ma il passaggio non è così semplice: ecco tutti gli scenari
Abramovich mediatore tra Ucraina e Russia: cosa succede al Chelsea© EPA

Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, Roman Abramovich ha vissuto dei giorni piuttosto difficili. Come è noto il patron del Chelsea, oligarca russo e vicino a Putin, ha dovuto cedere la gestione del club londinese ad una fondazione benefica in modo da proteggere la squadra da eventuali attacchi politici e mediatici, e soprattutto da sanzioni economiche. Tuttavia la sua figura rimane al centro dello scenario geopolitico. “Lo faccio per il bene dei Blues. Da quando sono alla guida del club ho sempre difeso i suoi interessi. Per questo mi sfilerò dalla carica attuale, affidando i principali compiti manageriali agli amministratori della Chelsea Foundation”, aveva detto il milionario russo. Stando a quanto riportato dal Jerusalem Post, ad Abramovich sarebbe stata la stessa Ucraina a chiedergli di mediare. In Gran Bretagna però le cose per Abramovich non sono così semplici come appaiono.

Gestione del Chelsea: i nodi da sciogliere

Il magnate infatti pensava di potersi limitarsi a cedere la gestione del Chelsea alla Fondazione benefica, ma il passaggio non è affatto automatico. Stando a quanto riportano BBC e Sky Sports UK, la stessa fondazione, avrebbe chiesto approfondimenti legali. Un team di avvocati è già al lavoro per valutare la compatibilità dell’operazione con le norme vigenti, prima di dare l’ok. Sulla fattibilità dell’operazione stanno facendo le dovute considerazioni sia il presidente esecutivo della squadra, che guida anche la fondazione, l’avvocato americano Bruce Buck, sia altre figure rilevanti dei Blues, come Emma Hayes, team manager della squadra femminile, il direttore del settore finanziario Paul Ramos e Sir Hugh Robertson, già presidente dell’associazione olimpica britannica. Per fugare ogni sospetto, Abramovich - pur senza nominare la guerra in corso -, ha più volte parlato della gravità della situazione, mentre i canali ufficiali del Chelsea in questi giorni hanno promosso la pace e la solidarietà verso il popolo ucraino. Nelle ultime partite gli stessi tifosi hanno srotolato degli striscioni in segno di solidarietà.

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