I 575 km di Martina Bonucci, Galli nel nome di Niccolò

Il progetto promosso dalla moglie del bianconero si chiama "Nettare". A Firenze tanti ospiti per il ventesimo anniversario della Fondazione Niccolò Galli
I 575 km di Martina Bonucci, Galli nel nome di Niccolò

Il progetto si chiama Nettare. È la raccolta fondi promossa da Martina Maccari, moglie di Leonardo Bonucci, a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove, il 30 luglio 2016, venne operato alla testa Matteo, il secondogenito della coppia. Ventisei giorni di camminata solidale, 575 km a piedi, 26 i Comuni toccati dalle 300 persone unitesi a Martina lungo il percorso scandito da musica e spettacoli itineranti e dalla raccolta di storie di vita e di resilienza, per una donazione di oltre 170 mila euro al reparto di Neurochirurgia diretto dalla dottoressa Paola Peretta. Ha raccontato Martina: «Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito donando, partecipando al cammino o unendosi anche solo per un saluto, con l’unico obiettivo di essere parte, tutti insieme, di un gesto tanto semplice quanto importante. Di ognuna conserverò il tempo, la forza e l’affetto che mi hanno fatto sentire a casa in ogni luogo raggiunto».

Il denaro raccolto permetterà al Regina Margherita di acquistare un sofisticato macchinario, all’avanguardia nelle cure di neurochirurgia infantile, accrescendo ulteriormente l’eccellenza del dipartimento patologia e cura del bambino diretto dalla professoressa Franca Fagioli. Noi la conosciamo bene: l’abbiamo vista all’opera, insieme con i suoi formidabili collaboratori nelle due operazioni di salvataggio dei bambini ucraini strappati alla guerra con le loro mamme, coordinate da Regione Piemonte in collaborazione con Ugi, CasaOz, Sermig e il sostegno di Tuttosport. Ha detto Leonardo Bonucci: «Queste cose si fanno con il cuore per aiutare chi è meno fortunato e noi, che siamo davvero molto privilegiati, vogliamo condividere quello che abbiamo». Ha scritto Simone de Beauvoir: «Ecco ciò che considero la vera generosità. Dai tutta te stessa e tuttavia ti senti sempre come se non ti fosse costato nulla». Onore a lei, signora Bonucci.

Nel nome di Niccolò

Nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella, a Firenze, i due Roberto si sono presentati a sorpresa: Baggio e Mancini non potevano fare un regalo più bello ad Anna, Giovanni, Camilla e Carolina Galli, nel ventesimo anniversario della Fondazione Nicolò Galli (www.niccoclub.com). Fra gli altri c’erano anche Liam Brady, Buffon, Barzagli, Carlo Conti, Oriali, Spalletti, Venuti. Con Federico Buffa che ha ricordato Niccolò come soltanto lui sa fare, senza retorica, andando dritto al cuore degli astanti. Duecentosessanta i presenti, 50 mila gli euro donati alla Misericordia Fiorentina. Ha scritto Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport-Stadio: «Quando sono entrati sulla scena, la gente si è alzata in piedi per applaudire». E quanti applausi, quanto affetto, quanto calore per Anna, Giovanni e per la loro splendida famiglia: è straordinaria la forza d’animo con la quale essi hanno reagito all’immane tragedia che li ha colpiti il 10 febbraio 2001.

La Fondazione Niccolò Galli nacque un anno dopo, “volta esclusivamente ai giovani e nell’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale e l’attuazione di iniziative dirette all’assistenza sociale e socio-sanitaria”. Ha questi scopi: il sostegno alle vittime di incidenti stradali e sportivi; l’erogazione di borse di studio a ragazzi economicamente bisognosi; il sostentamento degli istituti dediti alla cura di invalidità specifiche. Ha annotato Buffon: «Sono sempre stato amico di Giovanni e della sua famiglia oltre che di Niccolò. A distanza di tanto tempo è grazie alla fondazione che continua a vivere con noi». Ha commentato Giovanni: «Per noi è stato come se fosse il matrimonio di Niccolò». Dice bene Sant’Agostino: con la sua fondazione, Niccolò è come se fosse nascosto nella stanza accanto. “Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. Il tuo sorriso è la mia pace”.

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