Eredità Agnelli, il gip sulle tele sparite: "Sentire le governanti"

Sono 13 le opere d'arte di grande valore rivendicate dalla figlia dell'Avvocato: i dettagli
Eredità Agnelli, il gip sulle tele sparite: "Sentire le governanti"© AG ALDO LIVERANI SAS

Un'ordinanza del gip milanese Lidia Castellucci ha accolto la richiesta fatta dai pm Fusco e Barilli nell'agosto del 2023 in ordine all'archiviazione della posizione di due indagati (ovvero il gallerista svizzero Giovanni Gabriele Martino e il suo collaboratore Gennaro Martusciello), accusati da un investigatore privato di Margherita Agnelli (Andrea Galli) di custodire in un caveau frontaliero a Chiasso 13 opere collezionate dall'Avvocato (Picasso, Bacon, Monet, de Chirico, Balthus, Gérome e Balla, opere d'arte di cui la Agnelli ha lamentato la scomparsa dal proprio asset ereditario nel 2019. 

Eredità Agnelli, le nuove decisioni dei giudici milanesi

Il gip milanese ha altresì deciso di chiedere due testi sinora mai sentite, ovvero le governanti di fiducia di Marella Caracciolo (Paola Montalto e Tiziana Russi), se ricordino le opere d'arte presenti nelle case al momento dei traslochi, se abbiano curato l'inventario, e se siano a conoscenza della collocazione o degli spostamenti nel tempo delle 13 opere d'arte 'reclamate' da Margherita Agnelli. Al momento nulla è stato rinvenuto in seguito alle perquisizioni disposte dai giudici dei caveau, a cui sono seguite rogatorie eseguite dalla Svizzera, testi e controlli incrociati su registri e telecamere che "non hanno consentito di rinvenire alcun coinvolgimento" dei due indagati. Stando a quanto si legge sul Corriere della Sera, il  detective di Margherita Agnelli si è trincerato dietro al segreto professionale, non rivelando nulla riguardo alle sue fonti. , non consentendo quindi ai giudici di "svolgere alcuna seria valutazione sulla loro esistenza e attendibilità"...

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Il rifiuto del Tar alla richiesta dei giornalisti di Report

Secondo quanto dichiarato dalla Gip, i pm possono come ultimo tentativo per individuare "i soggetti che si sono appropriati delle 13 opere d'arte", consultare "tutte le banche dati tenute presso i competenti uffici, compresi quella del Ministero della Cultura e la piattaforma Sistemi Uffici Esportazione". Nei giorni scorsi il Tar del Lazio aveva negato alla Rai (per un giornalista di Report) l'accesso civico generalizzato all'elenco ministeriale delle opere di interesse nazionale appartenute a Gianni Agnelli con indicazione del titolare e del luogo, motivando tale rifiuto dall'asserita esistenza non di un "interesse pubblico" legittimante ma di un mero "interesse del pubblico", tale da far "prevalere le ragioni di riservatezza e sicurezza" degli Elkann.

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Un'ordinanza del gip milanese Lidia Castellucci ha accolto la richiesta fatta dai pm Fusco e Barilli nell'agosto del 2023 in ordine all'archiviazione della posizione di due indagati (ovvero il gallerista svizzero Giovanni Gabriele Martino e il suo collaboratore Gennaro Martusciello), accusati da un investigatore privato di Margherita Agnelli (Andrea Galli) di custodire in un caveau frontaliero a Chiasso 13 opere collezionate dall'Avvocato (Picasso, Bacon, Monet, de Chirico, Balthus, Gérome e Balla, opere d'arte di cui la Agnelli ha lamentato la scomparsa dal proprio asset ereditario nel 2019. 

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Il gip milanese ha altresì deciso di chiedere due testi sinora mai sentite, ovvero le governanti di fiducia di Marella Caracciolo (Paola Montalto e Tiziana Russi), se ricordino le opere d'arte presenti nelle case al momento dei traslochi, se abbiano curato l'inventario, e se siano a conoscenza della collocazione o degli spostamenti nel tempo delle 13 opere d'arte 'reclamate' da Margherita Agnelli. Al momento nulla è stato rinvenuto in seguito alle perquisizioni disposte dai giudici dei caveau, a cui sono seguite rogatorie eseguite dalla Svizzera, testi e controlli incrociati su registri e telecamere che "non hanno consentito di rinvenire alcun coinvolgimento" dei due indagati. Stando a quanto si legge sul Corriere della Sera, il  detective di Margherita Agnelli si è trincerato dietro al segreto professionale, non rivelando nulla riguardo alle sue fonti. , non consentendo quindi ai giudici di "svolgere alcuna seria valutazione sulla loro esistenza e attendibilità"...

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