Nasce Finn Laudrup, il papà di Michael e Brian

Il 31 luglio 1945 viene alla luce l'ex attaccante danese, a sua volta arrivato fino alla Nazionale. Nello stesso giorno la marina degli Stati Uniti patisce la seconda maggior perdita di vite umane dopo Pearl Harbor
Laudrup© EPA

Un calciatore di ottimo livello, ma soprattutto un papà con i fiocchi. Questa la sintesi massima della vita di Finn Laudrup, attaccante danese nato a Frederiksberg il 31 luglio 1945 ed arrivato fino ad indossare la maglia della Nazionale. Un ruolino di 19 presenze innaffiate da 6 reti, per la precisione, arrivate all'apice di una carriera che lo ha visto girare tra alcuni dei più prestigiosi club in patria – dal Brondby al Kb Copenhagen – per poi tentare anche l'avventura all'estero con gli austriaci del Wiener Sc. Maggior fortuna, nel mondo del calcio, hanno però raccolto i figli cresciuti da Finn: Michael e Brian. Il primo è diventato campione d'Europa con il Barcellona e del mondo con la Juventus, indossando anche le casacche della Lazio in Italia e del Real Madrid in Spagna. Il secondo, protagonista del trionfo della Danimarca agli Europei 1992, ha collezionato uno scudetto con il Milan dopo aver militato per una stagione nella Fiorentina, raccogliendo numerosi successi anche con Bayern Monaco, Chelsea ed Ajax.

Silurato l'incrociatore americano USS Indianapolis

La storia dell'incrociatore pesante USS Indianapolis racconta l'evento bellico che ha portato alla seconda maggior perdita di vite umane per la marina degli Stati Uniti, dopo il solo attacco a Pearl Harbor. La nave salpò da San Francisco il 16 luglio 1945, con la missione di trasportare a Tinian parti critiche ed uranio fondamentali per assemblare la bomba atomica che avrebbe poi colpito Hiroshima. L'obiettivo venne raggiunto, ma – da poco passata la mezzanotte del 31 luglio – l'incrociatore venne colpito sulla via del ritorno da due siluri lanciati da un sottomarino giapponese. Alcuni membri dell'equipaggio morirono nell'affondamento, molti altri a causa della disidratazione o degli attacchi da parte degli squali nelle ore successive. Soltanto tre giorni e mezzo più tardi un bombardiere americano passò in quel punto dell'oceano durante una ronda di routine: dei 1.196 marinai a bordo, ne furono recuperati vivi appena 316.

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