NBA o ABA, il campione è sempre Gary Gregor

Il 13 agosto 1945 in West Virginia nasce l'ala grande capace di imporsi in entrambi i campionati americani. Nello stesso giorno, Truman bombarda di volantini il Giappone per spingerlo alla resa incondizionata
NBA o ABA, il campione è sempre Gary Gregor© EPA

C'era una volta, negli Stati Uniti, un mondo della pallacanestro professionistica diviso in due. Da un lato la celebre NBA, la National Basketball Association che oggi rappresenta uno dei campionati più ricchi e seguiti dell'universo sportivo, e dall'altro la ABA, la American Basketball Association attiva tra il 1967 ed il 1976. E grande protagonista su entrambi i palcoscenici fu lo statunitense Gary Gregor, ala grande nata il 13 agosto 1945 a Charles Town, in West Virginia. Prodotto della South Charleston High School prima e della South Carolina Gamecocks poi, Gregor – marcantonio di 201 centimetri per 102 chilogrammi – si affermò in NBA con le casacche di Phoenix Suns, Atlanta Hawks, Portland Trail Blazers e Milwaukee Bucks, entrando nel 1969 persino nelll'All-Rookie First Team per il suo eccezionale impatto al primo anno tra i professionisti. Chiuse quindi la carriera con due stagioni nei New York Nets, con i quali nel 1973 si laureò campione proprio in ABA.

Un bombardamento di volantini su tutto il territorio giapponese

Sono giorni decisivi per la conclusione del secondo conflitto mondiale sul fronte orientale: dopo le due bombe atomiche di Iroshima e Nagasaki, le potenze Alleate (Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito) attendono dal Giappone la dichiarazione di resa incondizionata per porre fine alla guerra. Il prolungarsi di questa attesa porta, però, il presidente americano Truman a ordinare una ripresa degli attacchi con oltre 700 B-29: il 13 agosto 1945, alla vigilia di questo nuovo attacco, su suggerimento di esperti psicologi americani gli stessi B-29 “bombardano” tutto il territorio giapponese di volantini sui quali sono riportati lo stato delle trattative di resa e le reali condizioni del Giappone. Una mossa decisiva, per mettere al corrente militari e civili, che ha contribuito, appena due giorni dopo, alla decisione dell’imperatore Hirohito di dichiarare la fine dei combattimenti.

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