Torna protagonista il Giro del Piemonte

Il tradizionale appuntamento del calendario ciclistico nuovamente in scena il 1° settembre 1945, giorno in cui riprende la pubblicazione del quotidiano di ispirazione cattolica "L'Italia"
Torna protagonista il Giro del Piemonte© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

Il 1° settembre 1945, a margine di una vigilia di gara piuttosto turbolenta, scatta il Giro del Piemonte, rassegna ciclistica per l'occasione suddivisa in due tappe. Nonostante la Federazione avesse dichiarato la corsa “protetta”, infatti, nello stesso periodo viene accolto in calendario il Circuito di Trento, che richiama al via tutti i campioni dell'epoca. Sulle strade piemontesi, così, si sfidano soltanto 57 concorrenti, in larga parte dilettanti. Nella prima frazione le salite iniziali di Giaveno e di Cumiana creano una spietata selezione, con un quintetto che transita a Pinerolo con 1'50” ed a Saluzzo con 4'40” sul gruppo inseguitore. Le forature di Tomatis, Rossello e Beltramo e la caduta che coinvolge De Stefanis, però, riducono il finale della corsa ad una trionfale passerella per Marangoni, che percorre in solitaria gli ultimi 50 chilometri di gara e taglia il traguardo con le braccia al cielo.

Riprende la pubblicazione del quotidiano di ispirazione cattolica "L'Italia"

Dopo un’interruzione di nove mesi, decisa alla fine del 1944 per protesta in seguito alla censura del radiomessaggio natalizio di Pio XII da parte delle autorità fasciste, il 1° settembre 1945 riprende la pubblicazione, con la direzione di Pio Bondioli, il quotidiano di ispirazione cattolica “L’Italia”. Che riappare con una nuova testata, “L’Osservatore”, rimasta tale sino all’aprile del 1946, quando il giornale riassume il nome originario. Fondato a Milano nel 1912 su iniziativa dell’arcivescovo della città Andrea Carlo Ferrari, l’ultimo numero è uscito il 1° dicembre 1968: su iniziativa di Papa Paolo VI, infatti, aveva preso forma il progetto di fusione tra “L’Italia” e l’altro principale quotidiano cattolico nazionale, “L’Avvenire d’Italia” di Bologna, nonostante le resistenze dei vescovi delle due città. Nacque così “L’Avvenire”, con sede a Milano, quotidiano dei vescovi oggi diretto da Marco Tarquinio.

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