Viene fondata la Sisal, "mamma" della celebre schedina

Il 3 settembre 1945, da un'idea dei giornalisti Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo, nasce la famosa agenzia. Nello stesso giorno, in Norvegia arriva la resa dell'ultimo soldato di Hitler
Viene fondata la Sisal, "mamma" della celebre schedina© Claudio Zamagni

La linea di demarcazione è stata tracciata nel 1951: prima di allora il sogno degli italiani era di “fare dodici”, da quell'anno in poi l'agognato traguardo è diventato il “tredici”. Perché il successo alla schedina della Sisal ha rappresentato uno dei più diffusi e sentiti desideri nell'immaginario collettivo di intere generazioni, fino a quelle attuali alle prese con il “tredicissimo” dopo l'inserimento di un'ulteriore partita in palinsesto. Ultima modifica ad una formula vincente ideata – con l'obiettivo di ricostruire gli impianti sportivi danneggiati dalla guerra – da Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo. I tre giornalisti il 3 settembre 1945 fondarono la Sisal e, dopo alcuni mesi di intenso lavoro, il 5 maggio 1946 venne emessa la prima schedina. Nel 1993 l'anno di massima espansione del concorso: a novembre il “tredici” fruttò una vincita di quasi 12 miliardi di lire, mentre il mese successivo venne registrato il montepremi più alto di sempre: circa 34,5 miliardi.

La resa dell'ultimo soldato di Hitler

L’ultimo soldato di Hitler. Quello di Wilhelm Dege è il volto della resa dell’ultima unità militare tedesca della Seconda Guerra Mondiale: dall’agosto del 1944 il tenente aveva gestito, presso l’arcipelago norvegese di Svalbard, la stazione per l’osservazione meteorologica che forniva al Reich le informazioni necessarie per pianificare le proprie operazioni. Insieme a 11 uomini ha inviato regolarmente bollettini meteo sino a maggio del 1945, quando fu informato della resa incondizionata della Germania. Rimasero così bloccati sull’isola e solo il 3 settembre 1945 apparve al largo una piccola imbarcazione norvegese. Ecco a lei. Con questo io mi arrendo”, disse Dege al capitano Albersten posando la pistola sul tavolo. Ma questi, incaricato di catturarli senza però conoscere le procedure, rispose “Posso tenere la pistola?”. Fu Dege quindi a redigere un documento di resa in norvegese sottoscritto anche da tutti i suoi uomini.

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