Ciclismo, il Gp Greppi mette in palio la maglia tricolore

Il 5 settembre 1945, la Federciclismo individua la competizione come idonea ad assegnare il titolo di Campione Italiano. Nello stesso giorno, a Sperone, si registra la tristemente nota "strage degli innocenti"
Ciclismo, il Gp Greppi mette in palio la maglia tricolore© LAPRESSE

La Federazione Ciclistica Italiana, in data 5 settembre 1945, approva in termini ufficiali il regolamento ed il percorso del Gran Premio Mario Greppi, appuntamento del calendario nazionale in quella stagione destinato ad assumere ulteriore considerazione in quanto valevole per l'assegnazione del titolo di campione italiano assoluto su strada. «L'itinerario prescelto è il seguente: Milano, Legnano, Galliate, Somma Lombardo, Borgomanero, Orta, Omegna, Laveno, Belgirate, Arona, Sesto Calende, Angera, Gavirate, Grantola, Brinzio, Besozzo e ancora Angera per un totale di 217,5 chilometri», si legge in una nota pubblicata sui principali giornali dell'epoca. La prova, che andrà in scena il successivo 16 settembre, vedrà il successo a braccia alzate di Severino Canavesi della Us Legnanese davanti a Glauco Servadei e Sergio Maggini, con i fuoriclasse Fausto Coppi e Gino Bartali relegati rispettivamente al 5° e 7° posto.

A Sperone va in scena "la strage degli innocenti"

Viene tristemente ricordata come “La strage degli innocenti” e ha segnato indelebilmente la storia di Sperone, comune dell’Irpinia. Era il 5 settembre 1945: mentre il mondo intero iniziava a riassaporare la pace, quel piccolo paese che fino a quel momento era stato risparmiato dai bombardamenti divenne scenario di un’immane tragedia. Cinque bambini del paese, probabilmente insieme ad altri due amici, verso l’ora di cena erano tornati al lagno, un luogo selvaggio dove amavano rovistare tra le cose che emergevano dopo la piena: quella sera la loro attenzione fu attirata da un oggetto dalla forma strana e luccicante. Non riuscendo ad aprirlo, cominciarono un tiro al bersaglio con le pietre. Fino a che quell’oggetto, che in realtà era una bomba, esplose facendo tremare l’intero paese. Nel registro dell’anagrafe del paese apparirono i nomi di cinque vittime: Salvatore e Andrea Alaia, Pietro e Aniello Prevete e Pietro Paolo Napolitano.

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