Franz Beckenbauer, quando non servono altre parole

L'11 settembre 1945 è il giorno in cui viene alla luce uno dei simboli del calcio: due Mondiali, 2 Palloni d'oro, 3 Coppe dei Campioni. Ma è anche il (triste) giorno in cui il primo e unico ufficiale italiano viene giustiziato da una sentenza del tribunale britannico
Beckenbauer© AG ALDO LIVERANI SAS

Il successo, nel corso della sua vita, appare come qualcosa di addirittura ineluttabile. Franz Beckenbauer, nato l'11 settembre 1945 in una Monaco di Baviera ridotta a macerie dalla Seconda Guerra Mondiale, rappresenta uno dei volti simbolo del calcio a livello planetario. Capace di vincere il Mondiale con la Germania sia da giocatore (1974) che da allenatore (1990), come soltanto Zagallo e Deschamps oltre a lui nella storia. Unico difensore ad aver ricevuto per ben due volte il Pallone d'Oro. Per non scendere nel dettaglio – tre Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale ed un Europeo, per limitarsi ai più prestigiosi – dei trionfi conseguiti nel corso di una carriera vissuta con la maglia del Bayern Monaco, fatte salve le parentesi con New York Cosmos e Amburgo. Un'istituzione, infine, in grado di vincere anche nella sconfitta: come non ricordarlo, stoicamente in campo nonostante una lussazione della spalla, nell'intramontabile Italia-Germania 4-3?

Nicola Bellomo, l'ufficiale giustiziato che forse verrà riabilitato

È stato l’unico ufficiale italiano giustiziato, l’11 settembre 1945, per crimini di guerra a seguito di una sentenza emessa da un tribunale militare speciale britannico, con l’accusa di aver provocato la morte di un ufficiale inglese e il ferimento di un altro, entrambi prigionieri sorpresi durante una fuga. Il generale Nicola Bellomo fu arrestato nel gennaio del 1944 anche se non esistevano a suo carico elementi precisi in mano agli inquirenti. E solo un anno e mezzo dopo fu deferito dinnanzi alla Corte Marziale per aver sparato contro i due ufficiali, nonostante lui avesse sempre negato, sotto giuramento, di aver usato l’arma in quel frangente. Condannato a morte mediante fucilazione presso il carcere di Nisida, rifiutò di inoltrare la richiesta di grazia. Nel 2005 l’allora sottosegretario alla Difesa Rosario Giorgio Costa ha annunciato l’intenzione di aprire un processo per riabilitare la sua memoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...