La Scozia calcistica piange uno dei suoi uomini simbolo

Il 31 ottobre 1945 muore Jimmy Quinn, attaccante per quasi vent'anni legato al Celtic con cui segna 187 reti. Quel giorno l'Italia riceve una richiesta di 300 milioni di dollari dall'Unione Sovietica per la ricostruzione post bellica
La Scozia calcistica piange uno dei suoi uomini simbolo© Getty Images

Un fisico scolpito e una freddezza micidiale in area di rigore. Sono queste le peculiarità alla base della straordinaria carriera dell'attaccante Jimmy Quinn, tra i calciatori scozzesi più vincenti di sempre. Nato il 7 luglio 1878 a Croy, località nella regione del Lanarkshire Settentrionale dove è poi scomparso il 31 ottobre 1945, Quinn lega la sua intera carriera ai colori del Celtic, formazione nella quale milita dal 1900 al 1919, mettendo a segno 187 marcature in 273 presenze. La bacheca personale dei trofei inizia ben presto a riempirsi e, a fine carriera, annovera la bellezza di 11 campionati scozzesi e 6 Coppe di Scozia. Un bottino inevitabilmente agevolato dal fatto di aver giocato sempre nei “The Bhoys”, club che vanta 51 campionati e 58 tra Coppe di Lega e Coppe di Scozia, oltre alla storica Coppa del Campioni 1967. La prolificità di Quinn gli consente di vestire anche la maglia della Scozia, con cui segna 7 gol in 11 partite.

L'Unione Sovietica chiede all'Italia 300 milioni per la ricostruzione post bellica

In merito alla questione delle riparazioni all'indomani della conclusione della Seconda Guerra Mondiale, la delegazione dell'Unione Sovietica nel corso della conferenza di Londra propone all'Italia un accordo per il versamento di 300 milioni di dollari. Una somma, quella per la quale viene avanzata domanda nella giornata del 31 ottobre 1945, a titolo di indennità e da suddividersi tra Russia, Jugoslavia, Grecia e Albania. «L'Unione Sovietica richiede per sé soltanto un terzo di questa cifra – si legge nelle cronache dell'epoca, che riportano una sintesi degli interventi andati in scena a Londra –, ammontare ben esiguo se si pensa che le proprietà italiane passate alla Gran Bretagna ed agli Stati Uniti in riparazione dei danni di guerra superano già oggi i due miliardi di dollari». Notizia, quest'ultima, subito e seccamente smentita però dal Ministero degli Esteri britannico.

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