Il Toro tiene il passo dell'Inter capolista

Su Tuttosport del 5 novembre 1945 ampio spazio al racconto della giornata di campionato in cui i granata faticano, ma vincono contro il Venezia. Ma quello è anche il giorno dell'accorato discorso del ministro De Gasperi che invita le maggiori potenze europee a non intaccare gli interessi vitali degli italiani
Il Toro tiene il passo dell'Inter capolista

Lunedì 5 novembre 1945, sulla prima pagina di Tuttosport, trovano ampio risalto le cronache della quarta giornata di campionato. Turno in cui, in particolare, il derby di Milano certifica la vetta a punteggio pieno dell'Inter. «Dieci minuti di gioco serrato, incisivo, sono bastati all'Inter per mandare a carte quarantotto tutte le speranze del Milan. Un gran saettare di palloni verso la porta rossonera: e pali, e parate acrobatiche, e due reti irresistibili di Candiani che portavano il punteggio al divario di 3-1», si legge nello specifico. Medesimo risultato con cui il Torino, secondo della classe, supera l'ostacolo Venezia grazie a Loik, Ferraris e un'autorete. «Una partita più difficile del prevedibile. Perché no, non va tutto da sé. Conta il Venezia che fa valere tutta la sua presenza in campo. E lotta. Eccessiva confidenza e doverosa preoccupazione vengono così a conflitto», l'analisi del match.

 L'appello alle altre Nazioni di De Gasperi: «Lasciateci lavorare»

In piazza delle Cinque Giornate, a Milano, Alcide De Gasperi pronuncia uno dei discorsi più accorati del dopoguerra. Quello con cui, il 5 novembre 1945, invita le maggiori potenze europee ad esimersi dal redarre un trattato che intacchi gli interessi vitali degli italiani. «Parte della responsabilità di quella sinistra evoluzione che ci portò alla tirannia la ebbero gli alleati d'allora e di oggi, i quali nella pace 1918-1920 introdussero il criterio della dittatura a forza, di riparazioni impossibili a pagarsi, della privazione di colonie a tutti i popoli vinti e, soprattutto, del mantenimento geloso del monopolio delle materie prime – la premessa dell'allora Ministro degli Esteri –. Riconosciamo che sulle nostre spalle pesa il fardello delle colpe del fascismo. L'Italia è un piccolo Stato, ma una grande potenza, perché può anche aiutare col suo lavoro gli altri a ricostruire quanto la guerra ha distrutto. Domandiamo solo che ci si lasci la possibilità di lavorare».

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