Il record dal dischetto di Enrico Prato

Nato nel varesotto il 9 novembre 1945, vanta un filotto di 28 rigori consecutivi realizzati tra Serie A e B. Nel giorno della sua nascita, il Governo Parri istituisce la "Cassa per l’integrazione dei guadagni degli operai dell’industria"
Il record dal dischetto di Enrico Prato© LAPRESSE

Un piccolo, grande record. Quello realizzato da Enrico Prato, centrocampista nato a Luino il 9 novembre 1945, che – a cavallo tra anni Sessanta e Settanta – realizzò un filotto di addirittura 28 calci di rigore trasformati consecutivamente tra Serie A e Serie B. Cresciuto nel vivaio del Milan, Prato esordisce tra i professionisti con la maglia della Pistoiese, società con cui disputa due stagioni in Serie C. Il salto in cadetteria avviene con il passaggio al Monza, dove rimane per ben sei campionati di fila. Ovvero fino al 1972, quando arriva la chiamata del “suo” Varese e l'esordio in Serie A: con il club biancorosso, di cui diventa cammin facendo anche capitano, vive un campionato nella massima divisione (19 presenze e 2 reti il ruolino personale) e tre in Serie B. Appesi gli scarpini al chiodo, si dedica alla carriera politica: dal 2004 al 2014 è stato infatti sindaco di Germignana, sempre nel varesotto.

Cassa integrazione per chi lavora meno di 40 ore settimanali

Con il decreto legislativo luogotenenziale n. 788 del 9 novembre 1945, il Governo di Ferruccio Parri istituisce la “Cassa per l’integrazione dei guadagni degli operai dell’industria”. Come previsto, infatti, all’art. 1, “Agli operai i quali effettuino un orario di lavoro inferiore a 40 ore settimanali con conseguente riduzione della retribuzione è dovuta un’integrazione pari ai due terzi della retribuzione globale che sarebbe ad essi spettata per le ore di lavoro non prestate comprese tra le 24 e le 40 settimanali”. Il decreto specifica, inoltre, che “L’integrazione non è dovuta agli operai lavoranti a orario ridotto per le festività non retribuite e per le assenze che non comportino retribuzione” così come a quei lavoratori “che durante le giornate di riduzione del lavoro si dedichino ad altre attività remunerate”. La “Cassa” per la corresponsione dell’integrazione è istituita presso l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

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