Coppi, dall'altare alla "Dama Bianca"

Il 22 novembre 1945 il Campionissimo sposa Bruna Ciampolini, ma pochi anni dopo le cronache scandalistiche si dedicheranno alla relazione extraconiugale con Giulia Occhini, Ma è anche il giorno del più grande rogo di opere d'arte di tutta la storia, che colpì il Museo di Stato di Berlino
Coppi, dall'altare alla "Dama Bianca"© LAPRESSE

A distanza di pochi mesi appena dalle brutture della guerra e della prigionia, il 1945 di Fausto Coppi giunge al proprio apice il 22 novembre. A quattro giorni dall'ultimo successo in sella a una bicicletta, infatti, il Campionissimo sposa Bruna Ciampolini, dalla quale due anni più tardi avrà una figlia di nome Martina. Le nozze arrivano a margine del suo complicato ritorno alle competizioni, grazie a una Legnano recuperata di fortuna e al tesseramento con la Polisportiva S.S. Lazio insieme al fratello Serse. Nel 1945, nonostante la lunga pausa forzata, Coppi vince la Coppa Salvioni, la Coppa Candelotti, il Circuito degli Assi a Milano, il Circuito di Ospedaletti e il Circuito di Lugano, presentandosi nel frattempo anche all'altare. Per un matrimonio che, a partire dal 1953, cederà il posto nelle cronache scandalistiche dell'epoca alla relazione extraconiugale con Giulia Occhini, la celebre “Dama Bianca”.

Il più grande rogo di opere d'arte della storia

È stato definito “il più grande rogo di opere d’arte che la storia ricordi” ed è stato reso pubblico dalla stampa locale soltanto il 22 novembre 1945: durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, non furono risparmiate nemmeno l’arte e la cultura, spazzate via da un rogo capace di distruggere 450 capolavori custoditi presso il Museo di Stato di Berlino. A causa di quell’incendio, tra le altre, vennero distrutte la grandiosa tavola del pittore Ercole De Roberti, celebre sotto il nome di “La Pala di San Lazzaro”, e il “San Matteo con l’angelo” del Caravaggio. Ma non solo: andarono perduti anche un Tintoretto e tutti i Rubens e i Van Dyck che arricchivano il famoso museo. La cronaca racconta che sulla torre dove si trovavano tutti questi capolavori non erano stati individuati colpi ricevuti a causa di bombardamenti o combattimenti, mentre le ceneri contenute all’interno erano evidente dimostrazione di un rogo senza precedenti.

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