«Una parata miracolo e la Juve è costretta all'1-1»

E' questo il titolo di apertura di Tuttosport del 3 dicembre 1945 per commentare la frenata dei bianconeri contro il Doria. Quella sera primo ciak a Roma per "Il sole sorge ancora", pellicola neorealista sulla Resistenza prodotta da Anpi
«Una parata miracolo e la Juve è costretta all'1-1»

Su Tuttosport di lunedì 3 dicembre 1945 tengono banco, in prima pagina, i temi legati al pareggio imposto dal Doria alla Juventus il pomeriggio precedente. «Una parata miracolo e la Juve è costretta all'1-1», il titolo d'apertura del giornale. Cui segue un commento dettagliato del risultato maturato in virtù delle reti di Rebuzzi e Coscia. «La Juventus mancava di Piola, assenza grave indubbiamente, ma la squadra pure con il suo attacco un poco squilibrato seppe imporsi con la calma del suo gioco e la sicurezza delle sue azioni. Il terreno viscido ha contribuito non poco a smorzare certe azioni in linea e certi passaggi dosati, comunque nulla da eccepire al gioco complessivo della squadra che seppe svincolarsi quasi sempre dall'insidiosa e travolgente azione avversaria conducendo in porto con un pareggio una partita che sembrava andare alla deriva, salvo sfiorare la vittoria all'ultimissimo istante».

Il primo ciak della pellicola di Vergano "Il sole sorge ancora"

Il 3 dicembre 1945 viene dato il primo ciak del film “Il sole sorge ancora”, pellicola neorealista sulla Resistenza diretta da Aldo Vergano e prodotta dall’Anpi. Il film è incentrato sulla figura di Cesare (Vittorio Duse), un soldato che dopo l’8 settembre 1943 torna al suo paese in Lombardia occupato dalle forze tedesche: superato un primo momento di smarrimento, si innamora di Laura (Lea Padovani), un’operaia antifascista e, contagiato dagli ideali della nascente Resistenza, non esita a unirsi ai partigiani. La pellicola, uscita nelle sale il 6 novembre 1946 e premiata con due Nastri d’Argento l’anno successivo, è nota per una sequenza molto drammatica in cui il partigiano laico Pietro e il prete don Camillo sono condotti insieme alla fucilazione dai nazisti, mentre i contadini scandiscono un “Ora pro nobis” più simile a un canto di rivolta che a una preghiera. Colpiti da una scarica di mitra, cadono l’uno accanto all’altro formando una croce.

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