Ressel, il peso di un gol che vale un trofeo

L'ala destra olandese, nato il 4 dicembre 1945, è autore di una rete decisiva per la vittoria della Coppa Uefa da parte del suo Feyenoord. Quel giorno comincia il viaggio del piccolo Gian Franco, un bambino che aveva perso la vista in seguito a un calcio di un cavallo tedesco a cui i soldati della fanteria statunitense avevano pagato aereo e cure
Ressel, il peso di un gol che vale un trofeo© lapresse

Al nome di Peter Ressel, ala destra olandese con il vizio del gol, è legata una delle reti più importanti siglate nella storia del Feyenoord. Il club di Rotterdam vanta infatti nella sua bacheca internazionale una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale e due Coppe Uefa. Una delle quali, quella del 1973/1974, conquistata anche grazie alla marcatura di Ressel nel 2-0 ai danni del Tottenham nella gara di ritorno della finale. Nato il 4 dicembre 1945 a Krommenie, cittadina nel nord-ovest dei Paesi Bassi, l'ex centrocampista con la maglia del Feyenoord ha centrato anche nello stesso anno un titolo nazionale, mentre in Belgio con l'Anderlecht ha conquistato un campionato, un'altra Coppa Uefa nel 1975/1976 e la successiva Supercoppa Europea. Capace di sommare tre gettoni nella Nazionale dell'Olanda, Ressel in carriera ha militato anche negli Stati Uniti con gli San José Earthquakes ed i Chicago Sting.

I soldati dell'88ª Divisione di fanteria americana al fianco del piccolo Gian Franco

Il 4 dicembre 1945 comincia il viaggio della speranza per il piccolo Gian Franco Gabbia, un bambino di otto anni rimasto cieco dopo aver ricevuto un calcio da un cavallo della Wehrmacht, il nome delle forze armate tedesche, nel settembre del 1944. Come riportato dai giornali dell’epoca, il piccolo è partito da Napoli alla volta degli Stati Uniti grazie a un’iniziativa dei soldati dell’88ª Divisione di fanteria americana che lo hanno in un certo senso adottato e hanno procurato i fondi necessari per il viaggio e l’operazione chirurgica prevista oltreoceano. Prima di partire, il giovane è stato ricevuto in udienza privata da Papa Pio XII che gli ha impartito la benedizione per la buona riuscita della cura, di cui gli ufficiali medici dell’esercito americano si erano dimostrati certi esprimendo fiducia rispetto al fatto che l’innesto della cornea gli avrebbe restituito la vista. L’esito dell’operazione, però, non è mai stato riportato dalle cronache del tempo.

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